La mossa
Pier Carlo Padoan, la voce: "Dopo la finanziaria lascia il governo"
A un passo dall'addio. Pier Carlo Padoan prepara le valigie. In via XX settembre dopo il varo della finanziaria attendono un nuovo ministro dell'Economia. Secondo i rumors e le indiscrezioni che arrivano da Panorama, l'uomo dei conti sarebbe pronto per mollare la poltrona. Il ministro Padoan sa bene che la finanziaria è una corsa ad ostacoli. Trovare le risorse e soprattutto le toppe alle falle provocate dai ripetuti annunci del premier sugli 80 euro e i bonus Irpef diventa impresa ardua se non impossibile. Nel frenetico calendario di palazzo Chigi e di via xx settembre c'è una data che fa tremare il governo: il 21 settembre. Sarebbe questa la data limite per sbloccare i debiti della pubblica amministrazione. Servono 68 miliardi e Padoan ne ha trovati 30. Numeri che fanno lievitare la tensione nel governo. Insomma prima che finisca questo mese le promesse di marinaio del premier potrebbero naufragare e con loro Pier Carlo Padoan. Il perché dell'addio - Il ministro è consapevole delle proprie difficoltà politiche. L'economista, è cosa nota, ha idee e formazione dalemiana, non propria gradita al premier. E così pian piano Renzi ha spinto sulla porta d'uscita lo stesso Padoan che adesso sarebbe sull'orlo di una fuoriuscita dal governo senza fare rumore. Il premier è già pronto a piazzare i suoi uomini. Yorem Gutgeld è già apparso come uomo di fiducia a cui affidare i tagli alla spesa. Chi arriva - Un incarico informale che è già pronto per il dopo Cottarelli, poi c'è l'ex vigilessa Antonella Manzione che è già a palazzo Chigi e infine per allargare il "giglio magico" il premier consulta senza sosta Andrea Guerra che lasciata Luxottica potrebbe entrare nella squadra di governo. Insomma i dissidi col premier indeboliscono Padoan. Salgono così le quotazioni per una sostituzione in via XX settembre. Varata la finanziaria, dicono i bene informati, il ministro potrebbe lasciare. E al suo posto, come è prevedibile questa volta arriverà un renziano d.o.c. capace di assecondare le vane promesse di un premier che vive di slide e tweet.