Il gigante si congeda

Guido Crosetto, addio alla politica: "Basta, preferisco fare il lobbysta"

Andrea Tempestini

«All’inizio ho detto no. Poi ho cominciato a pensarci seriamente. La politica in questo momento non mi ispira: il centrodestra è stato distrutto e Matteo Renzi è inamovibile». Guido Crosetto, ex sottosegretario alla Difesa, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, si prende un periodo sabbatico. Da metà settembre, salvo imprevisti, dovrebbe assumere la presidenza dell’Aiad, l’associazione che raggruppa le imprese che operano nell’aerospazio, difesa e sicurezza. «Mi sono detto: potrei dare una mano a un settore che conosco bene e che ha voglia di crescere sui mercati internazionali». I contatti non le mancano. «Sei fai bene il tuo lavoro, ti crei una rete di amicizie. Con i rapporti personali che ho, penso di poter aiutare le imprese del settore a crescere». Insomma, farebbe il lobbysta. «Io, se accetterò, farò il presidente dell’Aiad. Ma se lobby è inteso nel senso anglosassone del termine, ci può anche stare». E la politica? Tutto finito? «Il mio impegno diretto non ci sarebbe più. Le energie potrei dedicarle a una cosa sola. Questo non significa che smetterei di pensare, che scomparirei. Mi distaccherei dalla parte pubblica della politica». Pure dalla carica di coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia? «L’incarico passerebbe a Giorgia Meloni, che è presidente del partito. Eventualità di cui l’ho già messa al corrente». Non è che lascia perché dove si è presentato, Politiche, Regionali ed Europee, non è stato eletto? «Se avessi voluto fare il consigliere regionale in Piemonte, avrei fatto come il candidato del M5S, che ha corso anche come consigliere. Sono stato io a voler gareggiare esclusivamente per la carica di presidente, sapendo che non lo sarei diventato». Si vocifera che alla base della sua decisione ci sia anche la delusione per il mancato decollo del progetto di Fratelli d’Italia. «Non rinnego nulla. In un anno, dalle Politiche alle Europee, abbiamo raddoppiato i voti. Continuo a pensare che in Italia serva una destra seria. E Giorgia per questo obiettivo è una risorsa straordinaria». E allora perché il possibile passo indietro? «Per tanti motivi: dalla volontà di stare più vicino alla famiglia, alla delusione per la direzione che sta prendendo la politica italiana». Che direzione sta prendendo la politica italiana? «Il centrodestra è stato distrutto. L’appiattimento di Forza Italia su Matteo Renzi l’ha reso inesistente, lasciando l’opposizione a Beppe Grillo». Non è troppo duro con FI? «E come dovrei essere con un partito di opposizione che è diventato di finta opposizione, se non di maggioranza? Forza Italia di fatto è diventata la stampella del governo. Le riforme passano grazie a Denis Verdini…». Ha una ricetta per la riscossa? «Il centrodestra dovrebbe fare un bagno popolare, affidando alle primarie la scelta della sua classe dirigente e la definizione della sua linea programmatica». intervista di Tommaso Montesano