Bologna
Renzi chiude la Festa de L'Unità
Camicia bianca d'ordinanza dalla quale ormai il collo sbuca con proporzioni taurine, il premier e segretario del Pd Matteo Renzi ha chiuso oggi a Bologna la Festa de L'Unità. E lo ha fatto col solito brodo di retorica di cui infarcisce i suoi discorsi, che ha toccato l'apice quando ha spinto la platea a un'ovazione per il capo dello Stato Giorgio Napolitano, definito "campione della democrazia". Il leader piddino ha trovato il tempo di sfottere il parigrado della Lega Matteo Salvini e il senatore forzista Antonio Razzi per il loro viaggio in Corea del Nord, con fare da vero cabarettista. Mentre ha duramente attaccato il 5 Stelle Battista per la frase sui terroristi dell'Isis, che sarebbero "persone con cui dialogare". Ha chiesto applausi per i suoi predecessori Epifani, Veltroni, Franceschini e Veltroni. Quindi ha difeso a spada tratta le (poche) riforme fin qui attuate, riversando poi sull'audience la solita valanga di "faremo", "porteremo a termine" e via dicendo. Uno dei punti del (lungo) discorso ha riguardato la segreteria del partito, dopo le polemiche sollevate nei giorni scorsi circa la doppia carica che lo stesso Renzi ha su di sè: "Il Pd ha un sacco di cose da fare e non può permettersi di perdere tempo a litigare" ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi alla Festa dell’Unità, che, ricordando che venerdì verrà nominata la nuova segreteria, ha detto che la vorrebbe "unitaria". Rispetto chi non dovesse essere d'accordo, ma sia chiaro che se qualcuno vuole la rivincita deve aspettare il novembre 2017, ma se vuole lavorare lo può fare da domani perché l’Italia è più grande delle nostre divisioni". Il premier si è poi scagliato contro i tecnici: "Avevano previsto che era finita la nostra luna di miele con gli italiani, che avrebbe vinto le europee Grillo, ci hanno fin qui criticato su tutto. Ma hanno sempre avuto torto". Poi sulla sfida dei prossimi mesi: "Ci dicono di prepararci ad un autunno caldo. saranno le previsioni meteo". Poi, più seriamente: "Non voglio sottovalutare le difficoltà dell'Italia, e non le sottovaluto. Faremo scelte difficili, non temiamo responsabilità, avremo il coraggio di rischiare e anche di chiedere scusa ma nessuno può fermare il cambiamento, il futuro non è una minaccia".