Verso il voto
Cosentino escluso, esplode la rabbia: ve la farò pagare
di Peppe Rinaldi La presentazione delle liste è sempre stata la parte più adrenalinica di qualsiasi campagna elettorale: ma così «pulp» come quella di ieri non se ne ricordano, almeno non di questo livello. Per circa due ore, a partire dalle 16 del pomeriggio, è stato tutto un cardiopalmo: e non è detto che la storia finisca qui. Cassato il nome di Nicola Cosentino dalla lista al Senato, tutti gli incartamenti necessari per formalizzare gli schieramenti sembravano essersi volatilizzati nel nulla. Li ha presi Nick ‘o mericano - dicevano i boato s- per ritorsione verso la trombatura, i suoi uomini hanno fatto sparire tutto, le liste non si trovano, il Pdl è in alto mare. La conseguenza è stata devastante: tutti i candidati sono stati «precettati» di presentarsi subito nelle sedi deputate per firmare nuovamente l’accettazione della candidatura. Sono stati, raccontano, momenti infernali. Nel frattempo una nota del Pdl smentiva la circostanza, anche se - pare - in maniera poco convincente, sostenendo che la notizia diffusa era infondata e che le liste erano nelle mani dell’ex Guardasigilli Nitto Palma, commissario del partito dopo la sospensione di Cosentino causata dalle note vicende giudiziarie. Eppure il via vai (Mara Carfagna, ad esempio, è scappata da Roma verso Napoli dov’è arrivata intorno alle 19 per la convalida delle firme per la candidatura e le deleghe varie) di deputati e senatori in pectore sembrerebbe esser stato incessante. Tutti riuniti all’hotel Terminus, volti stralunati e fiato corto per la corsa o la naturale apprensione. La defenestrazione di Nicola Cosentino non rimarrà affare da poco: a meno di miracoli notturni del Cavaliere in persona, che potrebbero far scendere la temperatura di parecchio. Nicola Cosentino (che per oggi ha annunciato conferenza stampa) non è uno qualunque e non pare azzardato immaginare che se dovesse mettersi di traverso tutto il quadro nazionale ne risentirebbe, sul versante del centrodestra ovviamente. Nick ‘o mericano è uomo capace di convogliare - stando agli ultimi dati - qualcosa come centomila voti, dislocati nelle varie zone della Campania, partendo dal suo “regno”, la provincia di Caserta. La giunta provinciale di Napoli l’ha creata lui, quella di Salerno è stata gestita da un uomo a lui legato almeno fino alla nascita di Fratelli d’Italia (parliamo del presidente della Commissione Difesa della Camera, Edmondo Cirielli), a Caserta città e provincia la sua mano è pesante. Per non dire della nutrita pattuglia di consiglieri regionali a Palazzo S. Lucia (Regione) pronti a seguirlo ovunque e delle numerose realtà amministrative locali, enti, società, e così via. Un patrimonio finanziario di tutto rispetto (nato prima dell’impegno politico, per tradizione familiare) farebbe ovviamente il resto. Le prime «minacce» sono arrivate da Nicola Turco, in lista al Senato, che ha definito "burattinaio" Berlusconi aggiungendo di voler rinunciare alla candidatura per lo sgarbo fatto da un partito, il Pdl, d'improvviso giustizialista a Cosentino. L'aria è pesantissima, Turco non sarà il solo. Nel 2006 Prodi vinse le elezioni contro Berlusconi per appena 24mila voti: manco a dirlo arrivati proprio dalla Campania. E lo stesso Cosentino non ha nascosto la sua ira: Io vi faccio saltare tutto, vi rivolto la Campania, non finisce qui, ve ne accorgerete"