L'ex Responsabile

Forza Italia, Domenico Scilipoti: "Non voterò la riforma del Senato, a meno che..."

Andrea Tempestini

Quando la barca naviga in cattive acqua, il primo a scappare è sempre Domenico Scilipoti. Che il clima in Forza Italia, soprattutto dopo il turbolento vertice della vigilia, fosse molto teso non è certo un mistero. Il partito è spaccato sull'appoggio alle riforme di Renzi, a quel patto del Nazareno che Sivlio Berlusconi vuole rispettare. E tra i dissidenti ecco spuntare Mimmo. Le voci sul suo svicolare dalla linea imposta dal leader si rincorrono da settimane, ma ora vengono a galla, senza indugi, confermate da lui in persona. "Mi sembra che sia il 14 dicembre del 2010 - afferma, ricordando l'imboscata di Gianfranco Fini al Cav, il voto di fiducia per il quale mollò l'Idv per sostenere il governo -. Allora ho preso una decisione molto forte...". Questione di scranno - Dal salone Garibaldi di Palazzo Madama, dove continua il dibattito sulle riforme istituzionali, l'ex Responsabile continua: "Speravo di non trovarmi più in quella situazione e invece...potremmo essere chiamati a scelte che non sono in linea con quello che pensa la maggioranza. Bisogna fare quello che ci dice la coscienza nell'interesse del Paese e questa riforma così non è accettabile". Insomma, il senatore Scilipoti non vuole perdere lo scranno, e annuncia urbi et orbi il suo nuovo "tradimento": la riforma del Senato, lui, non la voterà. Nonostante i diktat di Berlusconi e nonostante quel futuro "sulla croce" che si è auto-profetizzato. Mimmo poi si giustifica aggiungendo che "gli emendamenti approvati in Commissione hanno stravolto il testo. Questa riforma - chiosa solenne - è un mostro". Il delirio mistico - Scilipoti prosegue poi nella sua intemerata tirando in ballo addirittura il "sacro". Sottolinea che "le riforme vanno fatte con la testa e con criteri", per poi ribadire che ogni parlamentare deve rispondere alla propria coscienza: d'altronde "anche il Papa ci ha richiamato a fare l'interesse del Paese". Insomma, il tradimento a Berlusconi nel nome del Pontefice. Lascia solo uno spiraglio, Scilipoti: "Se voterò la riforma? Se ci saranno delle modifiche", risponde il senatore che, da par suo, ha presentato circa 60 emendamenti. "Berlusconi - conclude - ha detto che le riforme vanno fatte e gli impegni mantenuti, non ha detto che se ci sono cose che vanno contro il Paese vanno votate".