Incrocio riforme-giustizia

Tiene l'asse tra i Berlusconi e Renzi

Matteo Legnani

La scorsa settimana, al termine della convulsa riunione coi gruppi parlamentari azzurri, Silvio Berlusconi aveva lasciato intendere che sul via libera definitivo di Forza Italia allo schema di riforme proposto da Matteo Renzi avrebbe influito anche il verdetto del processo Mediatrade a carico delfiglioPier Silvio. Verdetto che è stato favorevole tanto a berlusconi junior, che era sotto processo per frode fiscale, quanto alnumero uno di Mediaset Fedele Confalonieri. Ora resta da vedere che cosa accadrà il prossimo 18 luglio, data a partire dalla quale attesa la sentenza d'appello sul processo Ruby, nel quale il leader di Forza Italia è gà stato condannato in primo grado a sette anni e mezzi per induzione alla prostituzione minorile e concussione. Ma un segnale che l'asse Silvio-Pier Silvio-Matteo Renzi tiene e funziona è già stato dato. Perchè nelle scorse settimane il Cavaliere, più ancora che per i suoi, di procedimenti penali, si era detto angosciato per quello a carico del secondogenito: adesso se la prenderanno coi miei figli, aveva detto in più occasioni quando appariva chiaro che o Marina o lo stesso Pier Silvio un giorno avrebbero preso da lui il testimone della guida politica di Forza Italia. Sia come sia, la strategia del Cav di "appeasement" al premier e di "responsabilità" nell'ambito del percorso delle riforme, dà i suoi frutti. E viene anche un sospetto, guardando indietro: che chi vedeva nella condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset, non aveva forse tutti i torti a leggervi un contenuto politico. Strano, infatti, che in quell'occasione il numero uno di Mediaset Confalonieri sia stato assolto e il Cav condannato.