La piroetta
L'asse Casaleggio Di Maio costringe Grillo al dialogo
Nel giorno in cui il Pd fa saltare il tavolo con i grillini sulla legge elettorale accade quello che mai sarebbe stato immaginabile un anno fa. Un golpe nel Movimento. Casaleggio e Di Maio, di fatto, piegano Beppe Grillo. Accade tutto in pochissime ore. In conferenza stampa Luigi Di Maio si dice “esterrefatto” per quanto accaduto. Dichiara “inaffidabile il Pd” ma non ribalta il tavolo. Anzi, come gesto di buona volontà i grillini elencano i dieci sì al confronto, ipotizzano una legge elettorale con il ballottaggio che assegna alla lista vincente il 52% dei seggi. Per il primo turno suggeriscono proporzionale puro e preferenze. Lorenzo Guerini fa capire che ci sono delle aperture. Ma proprio in quel momento si scatena come un tornado l’ira funesta di Grillo che cancella ogni possibilià di dialogo. “Un confronto democratico e trasparente è oggi impossibile. I grillini non possono essere trattati come dei paria da da sbruffoni della democrazia. Abbraccio i ragazzi che si sono fatti prendere in giro da questi falsi e ipocriti che parlano dieci punti del documento da consegnare a casa di chi?” . Poi il grido di battaglia: “Basta, adesso sarà opposizione dura e vera. Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge”. Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it: Secondo voi Di Maio è il nuovo leader di M5S? Il golpe - Ma Luigi Di Maio si confronta con Casaleggio, convoca i fedelissimi e chiede al leader di correggere il tiro. Non è un caso che poco dopo dal blog di Beppe Grillo vengono cancellati i passaggi più duri della sfuriata del leader M5S contro il Pd e Matteo Renzi. Sia nella trascrizione sul blog che nei file audio sono spariti, in particolare, due passaggi della chiamata di Grillo alla web tv La Cosa che oggi avevano aperto testate online e tg, ovvero: «Il M5S rappresenta milioni di italiani che non possono essere trattati come dei paria, come dei cani in chiesa da personaggi mai eletti in libere elezioni, da sbruffoni della democrazia. Nessuno potrà più imputarci di non aver cercato il dialogo”. Un colpo di bianchetto0, poi, sul seguente passaggio: “Si prende atto che il Pd preferisce gli incontri al chiuso di cui nessun n cittadino sa nulla con un pregiudicato con il quale si appresta a fare la ’riformà della Giustizia. Si prende atto che Renzi, le cui palle sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi, rifiuta con il M5S ogni confronto democratico e che l’Italia dovrà pagarne tutte le conseguenze”.