M5S, Luigi Di Maio: "Ho parlato con Guerini, lunedì incontro con il Pd sulla legge elettorale"
"Il patto del Nazareno (non) regge. Ma nessuno ve lo dice". Ne è convinto il grillino Luigi Di Maio, che rilancia con Renzi la proposta di intesa sulla legge elettorale del Movimento 5 Stelle. Sulla propria pagina Facebook il vicepresidente della Camera dà appuntamento a "lunedì ore 15" per il "secondo tavolo con il Pd (in streaming) sulla legge elettorale". "Continuo a sostenere che il M5S arriva al momento giusto - scrive Di Maio, allontanando i dubbi su tempi e modi della proposta 5 Stelle - per dare una legge elettorale migliore al popolo italiano". L'ottimismo di Di Maio si scontra però con la risposta di fonti di Largo del Nazareno, che chiedono al M5S di formalizzare una proposta scritta con i 10 punti sulla nuova legge elettorale. Senza quel documento, "c'è il concreto rischio" che l'incontro annunciato per domani, lunedì 7 luglio, salti. Dall'Italicum al Democratellum - L'obiettivo dei 5 Stelle, per ora, è trovare un punto d'incontro con il premier Matteo Renzi e almeno mezzo Pd, quello più convinto dell'intesa confermata (almeno a parole) con Silvio Berlusconi e (anche qui, mezza) Forza Italia sull'Italicum. "Ho sentito Lorenzo Guerini (vicesegretario dem, ndr) ci siamo accordati per lunedì alle 15 -ha anticipato lo stesso Di Maio, in un'intervista a Repubblica -. Noi andremo all'incontro e ci andremo consapevoli di essere davanti a una opportunità storica per cambiare l'Italia". Il deputato grillino lascia trapelare come il Movimento sia d'accordo su 8 punti dei 10 stilati dal Pd e presentati sotto forma di proposte al M5S. Il vicepresidente della Camera annuncia: "Stiamo mettendo a punto e porteremo una proposta che modifica il Democratellum e sarà una svolta che non potranno rifiutare". Su doppio turno e premio di maggioranza, Di Maio dice: "Non siamo contrari a prescindere". D'accordo anche con il controllo preventivo della nuova legge elettorale da parte della Corte Costituzionale, ma non nei modi proposti dal Pd. Immunità e Senato - Oltre alla legge elettorale, però, Renzi cercava una sponda anche sulle altre riforme per evitare di rimanere imprigionato nella tenaglia di ribelli Pd e falchi di Forza Italia. Dal M5S, però, nessun passo indietro sul Senato elettivo, anche se con qualche distinguo: "Già i padri costituenti avevano messo in chiaro che il Senato doveva essere eletto su base regionale - ha sottolineato Di Maio -. Un ruolo diverso si può discutere, quello che noi non vogliamo è un Senato di nominati". Netto sull'immunità: "Noi siamo contrari. Salviamo il comma 1, sull'insindacabilità di voti e opinioni, per il resto politici e cittadini devono essere uguali davanti alla legge". Sull'estensione dei collegi: "Siamo disposti a rinunciarci, a patto che una norma più stringente escluda, eccetto per i reati d’opinione, i condannati dal Parlamento".