Il retroscena
L'inciucio tra Monti e Bersanidopo l'incontro all'alba:tutti i punti dell'accordo
Dall'inciucio tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani, tanto "chiacchierato" quanto smentito, dà conto in un lungo indiscreto il sito Dagospia. I due si sono incontrati all'alba, e secondo la ricostruzione avrebbe parlato soprattutto il leader del Pd, forte dei suoi voti, secondo i sondaggi molti di più di quelli appannaggio del professore. Dagospia dà conto di appunti che "noi abbiamo potuto scorrere" e "ve li riportiamo pressochè alla lettera". Noi, invece, ve ne offriamo un'ampia sintesi. "Io premier, tu scegli il ministro dell'Economia" - Prima di tutto, Bersani spiega che "il Pd non molla, se vinciamo io farò il premier anche se al Senato dovesse mancare qualcosa, colpa di questa assurda legge elettorale che si chiama porcellum". Monti, invece ha "la prima scelta sul ministero dell'Economia o sul ministero degli Esteri per stare dentro la partita ai vertici dello Stato, in attesa che maturino le scadenze della presidenza della Commissione europea e di presidente del Consiglio d'Europa, presidenze che ti stanno particolarmente a cuore" (perché, al Professore, l'Europa interessa eccome ed è la sua vera ambizione; un'ambizione che con Draghi al vertice della Bce sarebbe difficile da appagare). "Draghi al Colle" - Si parla poi del Colle, e Bersani spiega che "dobbiamo accordarci sul fatto che esprimiamo noi il presidente della Repubblica, che non potrà che essere Mario Draghi". Il motivo? Ve lo abbiamo anticipato: se non libera il posto all'Eurotower, le porte dell'Europa non si spalancherebbero per il Professore. Il nome di Draghi, inoltre, sarebbe apprezzato dalla Merkel. "Casini presidente del Senato" - Il segretario democratico mette poi in guardia Monti sul suo futuro politico: "E' molto difficile che tu possa avere la credibilità necessaria per dare una casa ai moderati", e questo perché gli alleati - Fini, Casini, Cesa, etc - non avranno più la forza politica per attirare consenso. Secondo Bersani, Casini può "anche aspirare alla presidenza del Senato", poiché "forte del suo rapporto personale con Massimo D'Alema", anche se "baffino", secondo il resoconto di Dagospia e secondo quanto avrebbe detto Bersani, "non esprime più una influenza decisiva". Sempre sul Senato, Bersani avrebbe spiegato di contare "sul senso di responsabilità dei tuoi senatori", quelli di Monti. "Il nemico è Berlusconi" - Infine il leader democratico avrebbe profetizzato che Monti andrà "via rapidamente", mentre "io rimarrò qui e mi assumerò la responsabilità pesante di una prospettiva lacrime e sangue". Poi Bersani avrebbe ribadito che "la maggior parte dei parlamentari che sono espressione della tua lista, appena tu andrai via prenderanno strade diverse. Fini e Casini, se mai hanno avuto una forza, sono in declino", mentre "Montezemolo ha preferito restare a occuparsi dei suoi affari". Infine, dopo la rituale stretta di mano, Bersani si sarebbe congedato con Monti ribadendo che "mi raccomando, il nemico è Berlusconi. Questo ha sette vite. Diamogli addosso".