In campagna elettorale

Monti a SkyTg24: "La crisi finanziaria è finita, quella produttiva e sociale no"

Giulio Bucchi

Ha parlato di tasse, di gay, di crisi. Mario Monti durante la sua intervista a Ilaria D'Amico su Sky Tg24 scopre le sue carte ed è evidente che, soprattutto rispetto alla possibile (ma ormai quasi certa) alleanza con Bersani il Prof già prende le distanze dallo "scomodo" Nichi Vendola. Dice infatti che la famiglia è composta da uomo e donna, che i figli devo crescere all'interno di una coppia eterosessuale. Insomma si dice contrario ai matrimoni gay.  "Io -ha continuato- proporrò una legge che consenta l’adozione   alle coppie gay, una legge per il riconoscimento dei matrimoni   omosessuali. Tutto questo, però, si scontro con il punto centrale della campagna elettorale di Vendola che ripete la proposta di legge che consente l'adozione alle coppie gay e il per il riconoscimento dei patrimoni omosessuali. E poi c'è il nodo Fassina che, intervistato da Libero non aveva nascosto l'inciucio con Monti  : il premier dimissionario, infatti, vorrebbe sfilargli la poltrona di ministro dell'Economia (per leggere l'articolo clicca qui) La crisi Il premier dimissionario ha poi affermato "Credo di poter dire che la crisi finanziaria è finita". Detto da chi è stato nominato premier per risolverla, suonerebbe quasi come un congedo. Ma Mario Monti ormai alla politica (e alla poltrona) c'ha preso gusto. Ecco perché corre per restare a Palazzo Chigi, anche da subalterno al Pd e Pierluigi Bersani. Anzi, da stampella. ILò professore è infatti lestissimo ad aggiungere a quella sentenza: "La crisi produttiva e sociale non è finita, richiede tempo e spalle larghe", per essere affrontata da "molte forze politiche". Una bella autocandidatura, perché più che di realismo si dovrebbe parlare di maschera gettata: anche ai padri della patria lasciare il potere deve risultare doloroso. Se davvero la crisi è finita, perché non parlare di sviluppo già in campagna elettorale. E poi, in vista di un futuro inciucio col Pd come si pone rispetto alla prospettiva di una patrimoniale accarezzata dal centrosinistra. "Il migliore governo? Quello senza voti..." - Lasciare il potere gli deve risultare doloroso, ecco perché Monti è ancora in lizza. Il senatore a vita si sottoporrà per la prima volta in vita sua al voto popolare, anche se la tentazione maliziosa di aggirarlo ogni tanto riemerge. Per esempio quando, a domanda della D'Amico se andrà al governo chi avrà preso più voti, dopo un dribbling iniziale ("Sarà chi verrà incaricato dal Capo dello Stato e formerà un governo e otterrà la fiducia") ammicca: "I voti giovano, mi fa riflettere che quel governo che ha fatto riforme sempre rinviate è stato un governo nel quale nessuno aveva preso voti". Quel governo, naturalmente, era il suo. Alleanze impossibili - Cosa non si fa per stare al governo. Monti addirittura è disposto ad allargare le braccia a Bersani, sia pure in posizione dimessa. "Io credo in una grande risposta degli italiani che hanno voglia di cambiamento. Non avrebbe senso prefigurare alleanze future, per quanto mi riguarda non vorremmo stare in nessun governo nel quale non sia dominante l'impostazione riformista". E dunque, mai al governo con Vendola? "Mi semplifica il compito, lo ha dichiarato lui...".  Il nodo delle tasse - Sulla questione delle tasse Mario Monti cada in un'altra contraddizione perché da una parte sostiene che la crisi è superata dall'altra dice che non fa nessuna promessa suille tasse e scarica la responsabilità dell'elevata pressione fiscale, su chi l'ha preceduto: "Non prendo impegni, non faccio promesse. La   vita più difficile e le tasse più alte sono dovute a coloro che in   questi dieci anni hanno fatto promesse poco mantenibili".  Berlusconi: "Nuovo contratto con gli italiani" - Contemporaneamente a Monti, ma sul Tg2, parla Silvio Berlusconi. Il Cav, che si dice "certo della possibilità di vittoria", parte alla carica e propone un nuovo contratto agli italiani: "Abbiamo presentato un contratto per il 2001 e uno per il 2008, stiamo preparando il contratto per adesso. Gli impegni dei precedenti contratti sono stati tutti onorati". Si riparte da "l'abolizione dell'Imu per la prima casa che sarà varata al primo consiglio dei ministro dopo la vittoria". Quindi "modificare la Costituzione per dare al governo i poteri degli altri governi occidentali". Terzo impegno "impedire le intercettazioni telefoniche se non per atti gravi e in ogni caso no alla pubblicazione sui giornali". Restano due imperativi: "andare a votare senza disperdere il voto sui piccoli partiti" e, soprattutto, rompere con "la politica del rigore" di Monti che "applicata a un'economia già in difficoltà come la nostra ha prodotto lo sconquasso che tutti vediamo.