Alfano
Paragone: Il ritorno del Cav ti ha travolto. Angelino, dove sei finito?
In pratica sta accadendo questo: il candidato superministro dell’Economia si è caricato sulle spalle il fardello della rimonta elettorale e sta girando le televisioni per scaldare quegli elettori che egli stesso quand’era a capo del governo aveva raffreddato. Cosa fa invece colui che è stato lanciato come possibile premier? Nulla. Per uscire dai sottintesi chiariamo, semmai ce ne fosse bisogno (ma non credo), che il superministro dell’Economia sarebbe Silvio Berlusconi, mentre il candidato premier – facile la battuta: candidato a sua insaputa – è Angelino Alfano. Ora, non esiste al mondo che l’uomo di punta del rinnovato centrodestra ancora non si sia affacciato nella sfida, che non abbia conquistato una volta la prima pagina, e che di contro sia lì a leccarsi le ferite causate dalla battaglia persa, ovvero le primarie. Il silenzio di Alfano e la sua assenza dalla scena dimostra che il ragazzo non ha peso politico. E’ un politico spaventato, gettato tempo fa nella mischia e uscito assai ridimensionato. Non è necessario essere esperti di comunicazione per comprendere che il delfino scalda gli animi tanto quanto un frigorifero. O per ammettere che se la rimonta deve passare dalla sua faccia e dal suo carisma, Bersani può salire a Palazzo Chigi senza passare dalle elezioni. Alfano è un gregario, è un eterno figlioccio, è una spalla nemmeno così attrezzata. A costo di bruciare ogni rapporto personale, Alfano è un politico senza attributi. Spaventato dal confronto. Delfino mancato Cito un fatto che mi riguarda. Più volte ho invitato Alfano alla mia trasmissione L’Ultima Parola, la risposta sua e del suo ufficio stampa (almeno fino ad oggi) è sempre stata: «Non veniamo perché da voi c’è il pubblico che fa domande». Solo lo staff di Mario Monti ha parlato allo stesso modo! Che un politico abbia paura di un pubblico non addomesticato ma libero di parlare indica la misura della leadership in questione. Un tempo il socialista Rino Formica ebbe a dire che la politica è sangue e merda. Ora rischia di diventare champagne e velluto. Con tutti i suoi limiti e i suoi difetti Silvio si è caricato sulle spalle una rimonta che a prescindere da come andrà la sfida elettorale sta già lasciando un segno. La partecipazione a Servizio Pubblico è stata paradigmatica di come il Cavaliere si sia buttato nella mischia. Ma oltre all’arena santoriana ci sono state altre sfide tivù non meno spettacolari. Onestamente è difficile ora ipotizzare a una staffetta tv Berlusconi-Alfano. Oppure solo una coabitazione mediatica tra i due. Dopo le perfomance del Berlusca, Alfano è destinato a essere la riserva. Questo da un punto di vista mediatico. Sotto il profilo politico… nemmeno a parlarne. Come potrebbe un premier ombra conquistarsi un posto al sole con un Berlusconi legittimato da un consenso (tra i suoi, ovvio) strappato sul campo. Insomma da qualsiasi parte la si voglia vedere, Alfano è già in ritardo. Oppure è un fantasma. Cosa delle due sia lo scopriremo presto: l’ex ministro catapultato sulla plancia di comando del partito deve dimostrare immediatamente di essere a proprio agio non solo tra i velluti ma soprattutto tra le ruvidezze della politica. Altre timidezze non sono ammesse. Aggiungo infine che non vedo nemmeno la ratio di una investitura come quella che si annuncia: perché mai un Berlusconi prim’attore dovrebbe, in caso di rimonta (rimonta ancora lontana dal concretizzarsi), rinunciare a un qualcosa conquistato sul campo? Non lo troverei corretto nei riguardi di quegli elettori che si sono fatti convincere dalle sue tribune, dai suoi spot. Così come, in caso contrario cioè se Berlusconi risultasse sconfitto dalle elezioni, mi pare azzardato non addebitargli il risultato. Come Goria Il Cavaliere sta occupando ogni spazio televisivo, ci sta mettendo la faccia: almeno questo gli va riconosciuto al netto di ogni pregiudizio. Berlusconi ancora una volta sta dimostrando di avere un’identità politica e mediatica. L’ex ragazzo di via Arenula no. Mi ricorda il Goria disegnato da Forattini: un politico senza volto. Senza cioè identità. Angelino mi smentisca coi fatti. di Gianluigi Paragone