Verso il 25 maggio

Belpietro: Berlusconi torni in sella e cavalchi la rivolta

Lucia Esposito

Da giorni mi rigiro tra le mani una lettera. È arrivata in redazione la mattina in cui Silvio Berlusconi ha deciso di dare l’altolà a Matteo Renzi sul tema delle riforme, un segnale che viste le successive correzioni di rotta del leader di Forza Italia non fa però perdere attualità alle riflessioni della signora che firma il messaggio arrivato per posta. Di che si tratta? Scrive Rossana Marsano: «Sono un’elettrice di centrodestra, di una famiglia di centrodestra, ma oggi devo comunicare tutto il mio disappunto per la linea politica adottata negli ultimi tempi da Forza Italia». La lettrice non ce l’ha con le divisioni interne e quelle che chiama tempeste congiunturali, si lamenta del fatto che il partito dei moderati si sia ridotto a fare da stampella al governo Renzi. «Vada per le simpatie personali del Cavaliere per il front-man del Pd», spiega Rossana, «resta però il fatto che la politica di quest’ultimo, a parte lo smantellamento iperliberista dell’impianto costituzionale e delle tutele del lavoro, è quanto di più demagogicamente di sinistra si sia mai visto». Di qui la conclusione, che non è per niente tranquillizzante per il partito di Berlusconi: «Al prossimo giro del 25 maggio è impossibile non orientare il voto verso un movimento (pentastellato) che unico realmente fa da diga all’onda dilagante e corrosiva del demagogo Renzi». La lettera si conclude con un’esortazione, a segnalare che la decisione definitiva non è ancora presa: «Forza Italia aggiusti il tiro, renda chiaro al suo elettorato quale politica intende promuovere in Europa, faccia reale opposizione al Pd cannibale, se tiene davvero all’abbraccio dei suoi elettori». Non so quante persone di centrodestra la pensino come Rossana , cioè quanti stiano valutando l’ipotesi di voltare le spalle al Cavaliere per votare Grillo: forse pochi ma, anche se condiviso da pochi, il sentimento di cui è pervasa la lettera segnala un disagio che credo sia più diffuso di quanto ci si immagini. Di questi tempi gli elettori di Forza Italia faticano a capire la linea del partito che fino a ieri li ha rappresentati. Gli argomenti che per vent’anni sono stati il cavallo di battaglia di Berlusconi oggi sono fatti propri da Grillo e perfino da Renzi, mentre il centrodestra tace. La guerra alla casta dei superburocrati, la rivolta contro gli sprechi della pubblica amministrazione, la riduzione del centralismo, la battaglia contro l’Europa dei funzionari, sono tutte parole che ora si trovano sulla bocca del leader a Cinque stelle e del presidente del Consiglio, mentre sono assenti dalle labbra degli esponenti di Forza Italia. Certo, il Cavaliere ha attaccato l’Europa e anche la Merkel, ma non sembra avere voglia di andare fino in fondo come invece fa Grillo né ha la possibilità di interpretare il ruolo credibile di chi può presentarsi alla Cancelliera di ferro chiedendo modifiche al trattato comunitario, come invece fa Renzi. Non solo. Mentre il premier dà 80 euro a qualche milione di dipendenti scommettendo sulla ripresa e l’ex comico parla di uscire dall’Euro e di salario minimo garantito, Berlusconi non sembra riuscire a presentare una sua offerta concreta per il rilancio dell’economia. Come i lettori sanno, qualche giorno fa abbiamo criticato chi si era spinto a parlare di fallimento del centrodestra, giudicando ingenerosa l’operazione rimozione del passato che certi giornaloni portano avanti. Tuttavia non è possibile tacere sull’appannamento generale della linea politica di Forza Italia. Soprattutto non si può ignorare il profondo disagio di una parte di quegli italiani che hanno sempre votato per il centrodestra e che ora non sanno che cosa fare. La lettera di Rossana Marsano è una spia rossa che segnala qualcosa che non va nel motore azzurro (come un tempo si chiamava). Il programma ha bisogno di manutenzione, di parole chiave che facciano intendere senza esitazioni la strada imboccata sui temi che stanno a cuore agli italiani. Fossimo nel Cavaliere, ad esempio, non solo rilanceremmo la grande rivoluzione liberale che fu alla base del suo successo nel 1994, ma sosterremmo anche la campagna sulle estorsioni di Stato di cui Libero in questi giorni si è fatto interprete. Artigiani, imprenditori, professionisti e commercianti hanno bisogno di essere rappresentati, di trovare cioè chi ne capisce le ragioni e non li considera solo e sempre soggetti da spremere. Perché il Cavaliere non si fa paladino delle loro istanze per un Fisco più giusto? Non vorrà mica lasciare l’argomento a Grillo? O, peggio, a Renzi? Sarebbero un regalo troppo grande. di Maurizio Belpietro maurizio.belpietro@liberoquotidiano.it @BelpietroTweet