telefono che scotta
Le intercettazioni su Cosentino: "Voglio candidarmi ma Dudù non mi vuole tanto bene"
"Non mi pare che negli ultimi tempi mi voglia troppo bene. O almeno non tanto lui, ma l'entourage. Il problema è che io ho qua Dudù che probabilmente non mi vuole molto bene". Così parlava Nicola Cosentino al telefono con il senatore Enzo D'Anna commentando l'esclusione dalle liste di Forza Italia. L'intercettazione telefonica emerge dai nuovi atti depositati al Riesame dai pm Antonello Ardituro, Francesco Curcio e Fabrizio Vanorio, titolari dell'inchiesta "Il principe e la scheda ballerina". Con la Santanchè - Le telefonate rese note dalla procura risalgono allo scorso gennaio. Cosentino si lamenta, anche con Daniela Santanchè del fatto che Berlusconi non lo riceva, ma ritiene che ciò sia dovuto "all'influenza della Pascale". Cosentino ha un cellulare bollente. Fa e riceve moltissime telefonate per concordare la strategia più efficace per rientrare nelle grazie dell'ex premier. Alla fine, Nicola Cosentino - siamo nei primi mesi di quest'anno- riceve una chiamata da Denis Verdini, che lo rassicura: "Vieni a Roma domani, che alle 3 andiamo dal presidente io e te". Le telefonate sono atti con i quali la Procura ritiene che l'ex sottosegretario debba tornare in carcere anche per i reati di corruzione e reimpiego illecito di capitali, per i quali è imputato a Santa Maria Capua Vetere (Cosentino infatti è già detenuto nell'ambito dell'inchiesta sul monopolio dei carburanti). La minaccia - Le intercettazioni depositate, oltre a quelle con Verdini e la Santanchè, sono quelle intercorse con i deputati Carlo Saro e Giovanna Petrenga e con il senatore Enzo D'Anna. "Se vanno a dire che Cosentino non c'ha manco più il voto della moglie, che è finito, la gente qua si ribella! - dice Cosentino alla Santanchè - Questa gente è nata insieme a me, non mi lascerà mai". Poi arriva la minaccia: "Insomma allora ci rimango male. Insomma, una soluzione lui la deve immaginare, perché se no qua va tutto a picco. Non vorrei che la Bosnia che si verifica in Campania poi possa essere il preludio ad una Bosnia allargata ad altri territori".