L'alleana
Confalonieri, Verdini, Ghedini: i berlusconiani che danno una mano a Renzi
Sono tre, molto diversi tra loro. Ma adesso sono sullo stesso fronte, insieme per portare il Cav a più miti consigli. Il primo è l'amico di sempre Fedele Confalonieri, il secondo è l'avvocato Nicolò Ghedini, il terzo il "falco" Denis Verdini (che pure diversi mesi fa si era trovato in contrapposizione con il "COnfa". Tutti e tre hanno fatto fronte comune dopo la fine del colloquio tra il Cav e Giorgio Napolitano quando Silvio Berlusconi furibondo aeva già dato l'ordine di scuderia ai sentori di rompere con le riforme. Ma poi i tre sono riusciti a placare l'ira di Silvio, lo hanno portato su una linea più responsabile per non chiudere del tutto la porta della grazia. Non è eslcuso che arrivi dopo che abbia cominciato a scontare la pena. D'accordo anche il legale Ghedini che insiste sul fatto che, se anche dovessero arrivare i domiciliari, potrebbero non essere così restrittivi e prevedere anche la possibilità di incontrare altre persone. Il ragionamento - Per tutti è necessario che Silvio Berlusconi si accrediti come salvatore della Patria, e questo permette a Verdini, gran tessitore del rapporto con Renzi di chiedere un'apertura sul tema della riforma e sui punti più cari: i senatori nominati dal capo dello Stato, la proporzionalità tra numero dei rappresentanti ed estensione sulle regioni. Mentre sul Senato non elettivo non c’è possibilità di intesa. Perché Renzi ha tirato dritto, anche fiutando la debolezza dell’interlocutore. Il ragionamento è più o meno questo: se Berlusconi fa le riforme costituzionali con Renzi, se fa la legge elettorali resta tra i fondatori della nuova Repubblica. Se esce difficilmente potrà entrare.