Dopo i dati del Viminale

Berlusconi: Impennata criminalità dovuta alle politiche dei tecnici

Andrea Tempestini

Mentre Mario Monti presentava il logo del suo "centrino", Silvio Berlusconi continuava la sua campagna elettorale in tv. In un'intervista a Studio Aperto il Cavaliere ha ribadito: "Abolizione dell'Imu. E ridurremo le tasse sulle famiglie e le imprese, perché meno tasse sulle imprese, sulle famiglie e sul lavoro si traducono in più consumi, più produzione e più lavoro. E quindi in più fondi nelle casse dello Stato". Attacco ai tecnici - L'ex premier si è poi detto certo che "l'aumento della criminalità, come dimostrano i dati diffusi oggi dal Viminale, dipende dalle politiche di recessione del governo tecnico. Le politiche di austerità dei tecnici hanno condotto alla recessione, che si è portata appresso l'aumento della criminalità che colpisce proprio i più deboli, gli anziani, le persone sole e le famiglie". Poi il Cav ha snocciolato i dati: "I furti sono aumentati del 17%, gli scippi del 6%, le truffe del 7 per cento. Il confronto con l'anno precedente quando c'era il nostro governo sono un atto d'accusa per il cinismo del governo tecnico che diceva di voler salvare il Paese, e invece, in realtà, lo ha impoverito con le tasse, creando il terreno per l'aumento della criminalità, e questo non depone a favore dell'operato dei tecnici". "Par condicio, una truffa" - Nell'intervsita, Berlusconi tocca anche uno dei punti che più hanno fatto discutere negli ultimi giorni, la par condicio, che "in realtà è una truffa che dà ai piccoli e anche ai piccolissimi partiti lo stesso spazio dei grandi, di gran lunga superiore di quello che sarebbe logico se fosse legato ai consensi reali". Il Cavaliere ha poi aggiunto che "in caso di vittoria modificheremo la par condicio", e ha ricordato che "non è un caso che quando abbiamo provato a cambiare la legge i primi a mettersi di traverso sono stati proprio Fini e Casini". Appello ai moderati - Quindi l'appello "accorato, che rivolgo al popolo dei moderati, per non disperdere il voto e concentrarlo sul Pdl e su di me, che resto l'unico baluardo a difesa delle libertà. Se gli italiani vogliono un governo efficiente che porti l'Italia fuori dalla crisi e faccia le riforme necessarie - ha aggiunto -, gli elettori dovranno ignorare i piccoli partiti e votare o per il Pdl o per la sinistra per fare in modo che chi vince abbia in Parlamento la maggioranza assoluta, altrimenti chi vince dovrà subire i veti e i condizionamenti dei capi e capetti dei piccoli partiti". Il patto - Berlusconi, in un precedente intervento a TeleRoma56, aveva ribadito che "faremo sottoscrivere a tutti coloro che presenteremo nelle nostre liste un patto. I nostri candidati, con la firma del patto, si impegneranno a votare il dimezzamento degli emolumenti ai parlamentari e accettare la permanenza in politica per un massimo di due legislature. In più ci abtteremo per il dimezzamento del numero dei parlamentari. Presentermo - ha spiegato - persone affidabili che non debbano far soldi con la politica, ma che abbiano già una loro professione affermata, un loro reddito". Su Renzi e la sinistra - Nell'intervista all'emittente locale, Berlusconi ha parlato ancora di Matteo Renzi. "Questa - ha rimarcato - non è ancora una sinistra socialdemocratica. Cento anni fa, in Inghilterra, il comunismo ortodosso si trasformò nel partito laburista. Alcuni anni fa, in Germania, nacque il partito socialdemocratico". Quindi il Cavaliere arriva al sindaco rottamatore di Firenze, sconfitto da Pier Luigi Bersani alle primarie del Pd: "Io ho avuto la speranza che la sinistra italiana cambiasse quando è comparso sulla scena politica Renzi. Ma è stato messo da parte dalla vecchia nomenklatura comunista. Bisogna evitare i rischi già corsi nel 1994. Abbiamo ancora un partito di post comunisti. Per me è importante che il mio Paese, come nel '94, non sia sottoposto a una cura come quella che propone la sinistra", ha concluso Berlusconi.