L'offensiva di Silvio
Berlusconi: meglio votare il Pd che il centrino
Nuovo attacco di Silvio Berlusconi al centro e a Mario Monti. Ieri, primo gennaio, lo aveva definito "uno dei tanti leaderini" dai microfoni dell'emittente Radio Norba, oggi ha rincarato la dose in un collegamento telefonico con la trasmissione "Notizie oggi"su "Canele Italia". Questa volta il Cavaliere asupica che gli elettori non votino il "centino" che si sta creando intorno a Mario Monti ed è convinto che la nuova formazione non tolga voti ai moderati. "Spero di no - ha detto - spero che i moderati si facciano consapevoli della situazione politica generale", ha detto il leader del Pdl e ha aggiunto: "I voti che il centrino di questi signori potrà portare via ai moderati vanno tutti a vantaggio del partito di Bersani e del partito di Vendola", ha detto Berlusconi, che ha suggerito che questi elettori "diano voti direttamente a Pd. Consapevole di ciò che è successo in tutti questi anni, dico che occorre che si concentri il voto sui due grandi partiti, il Pd o il Pdl, senza mettere di fianco a loro, come necessari per dare vita alla maggioranza, piccoli partiti che non agiscono mai guardando all’interesse generale ma a interesse e ambizioni dei loro piccoli leader". Berlusconi ha quindi lanciato un appello agli italialini: «Non frazionate il voto, date il vostro voto alle grandi forze politiche per arrivare tra l’altro al bipolarismo, formula per la democrazia compiuta, che poi al governo e alla maggioranza si oppongono al meglio, che è individuato dai grandi partiti. Il voto dato ai piccoli partiti si ritorce contro di voi». Riforme istituzionali "Quando le mi parla di facce nuove - ha continuato Berlusconi - possono essere anche i più grandi professionisti, ma arrivati alla politica si troverebbero nella stessa impossibilità di agire in cui si sono trovati tutti i Governi, che prima di me sono durati in media 11 mesi". Berlusconi annuncia che sta organizzando un "tour in Italia" e sottolinea: "Io non ho mai fallito un obiettivo" sia nel campo dell’imprenditoria che nello sport, "è possibile che improvvisamente sia diventato incapace?". Silvio Berlusconi affronta il tema delle riforme istituzionali: "Il Paese non è governabile, il governo è impedito nell’agire perché l’architettura istituzionale non da gli strumenti per decidere". L’ex premier ricorda soprattutto il fatto che molte leggi varate dal governo precedente siano state abrogate dalla Corte costituzionale. Gli ultimi presidenti della Repubblica "invece di dare un equilibrio, hanno mandato alla Corte costituzionale i propri amici" trasformando la Corte costituzionale in "un organismo politico di sinistra".