Azzurri verso il voto

Il Cav affila la ghigliottinaHa i nomi di chi sognava il Prof

Matteo Legnani

  di Barbara Romano In lotta contro il tempo della par condicio che inizia a tuonare dal settimo piano di viale Mazzini con gli altolà della dirigenza Rai, Silvio Berlusconi continua ad affondare gli artigli su Mario Monti. E affila il coltello per tagliare i «rami secchi» o «giuda», come li chiama lui. Ovvero i montiani del Pdl che nemmeno due settimane fa hanno dato vita alla prima vera rivoluzione nel regno di Re Silvio e ora rischiano di subire per primi la sua ghigliottina. Diviso tra i media e le liste elettorali, di giorno il Cavaliere porta avanti la sua campagna d’inverno in tv, di notte studia a tavolino con Denis Verdini la futura squadra da arruolare in Parlamento. Da una parte, c’è la lista d’oro: quell’80 per cento di volti nuovi con cui Berlusconi ha promesso di cambiare il partito. Dall’altra, c’è la lista nera dei parlamentari forzisti e aennini di lungo corso che vuole sfrattare dalla Camera e dal Senato. Una bozza di questo elenco era già stata tirata giù lo scorso 16 dicembre dagli osservatori del Cav spediti al teatro Olimpico a spiare le mosse dei montiani. «Qualcuno di noi era stato mandato lì a prendere nomi e cognomi», confida un berlusconiano di strettissima osservanza. La lista nera definitiva, riferiscono fonti di Palazzo Grazioli, comprende invece i nomi di quelli che sono andati a bussare da Monti, il quale però ha garbatamente sbattuto loro la porta in faccia. Motivo: «Siete troppo implicati nella storia del Pdl», ha detto il premier ai suoi fan nel Pdl, tra i quali alcuni raccontano che ci fossero anche Raffaele Fitto, Maurizio Lupi e Osvaldo Napoli, i quali però negano di essere mai andati a chiedere asilo politico al Prof. Ad ogni modo, molti dei montiani più spinti, da Franco Frattini a Mario Mauro, a Giuliano Cazzola sono già passati dalla parte del Prof o meditano di farlo. Quelli che hanno scelto di restare nel Pdl, invece, confidano nella benevolenza di Berlusconi, forti del fatto di aver messo in piedi la kermesse del teatro Olimpico col placet del Cavaliere suffragato da tanto di lettera firmata Silvio Berlusconi. E puntano sulla capacità del segretario di spendersi per i montiani che sono prima di tutto alfaniani. La verità è che sulla formazione delle liste elettorali si consumerà l’ultima vera sfida tra il fondatore del Pdl e il delfino spesso rinnegato. «Non è che Berlusconi stavolta può pensare di compilare le liste da solo, non potrà non tener conto della volontà di Alfano», osserva un montiano a rischio epurazione, ma che ostenta ottimismo: «Angelino sembrava tranquillo quando è andato da Berlusconi a confrontarsi sulle liste». Sta di fatto che un problema di turnover c’è, se Berlusconi continua a calare questo asso in ogni sua comparsata in tv. L’ultima risale a ieri, quando Berlusconi, ospite a Uno Mattina, ha sferrato gli affondi più duri a quello che ormai è il suo primo avversario: Monti. Prima gli ha dato dell’infimo paragonandolo a se stesso: «Lui dice “sale in politica”, giustamente, perché aveva un rango inferiore di quello di presidente del Consiglio. Io ho detto “sceso in campo”, perché avevo un rango superiore». Poi, gli ha dato dell’ignorante, quando ha detto che «chi afferma che non si può abolire l’Imu non capisce nulla di economia e di contabilità dello Stato, trovare 4 miliardi dentro 800 mila miliardi di spese è un gioco da ragazzi» e ha promesso di abolirla. Quindi, il colpo di grazie sulla cura Monti: «È stato come nel Medioevo, quando i malati si curavano con un salasso dopo l’altro, finché alla fine non morivano». Ad attaccare il premier ieri è stato anche il presidente del Senato, Renato Schifani:  «Da tecnico, Monti si candida contro chi lo ha sostenuto». Affondi mai così duri, quelli del Cavaliere contro il Professore, nei quali c’è chi ha visto lo zampino dell’ex ministro Renato Brunetta: il più acerrimo detrattore di Monti nel Pdl. Dicono che sia lui il personal trainer di Berlusconi, lui ad aizzarlo contro il premier prima che salga su un nuovo ring televisivo, armandolo di dati, cifre e bilanci da sparare come proiettili contro l’agenda Monti. Come nel ’94, quando il giovane professor Brunetta andava ogni giorno a casa di Berlusconi a impartirgli le prime lezioni di economia. L’ultima munizione, il Cav ieri l’ha sparata in privato su Sergio Zavoli, presidente della commissione di Vigilanza Rai e sul dg Rai, Luigi Gubitosi, che intendono mettergli la sordina sulla tv di Stato: «Se pensano di fermarmi sono degli illusi». E infatti, oggi Berlusconi sarà intervistato al Tg1.