Mano tesa
Berlusconi torna in tv:"Se vinco, vice sarà leghista"
Silvio Berlusconi alza la posta. E a poche ore dalla discesa in campo di Monti col fronte centrista offre alla Lega, ex alleato che spera di riavvicinare in vista delle elezioni del 24 febbraio, la poltrona di vicepremier. Il Cavaliere, dopo la pausa natalizia, è tornato a parlare in tv oggi, in una intervista che andrà in onda nell'edizione serale del Tg4. "Non ho obiezioni ad un vicepresidente leghista se il Carroccio ci darà un contributo elettorale. Berlusconi torna a ribadire che "la soluzione migliore sia la maggioranza assoluta del Pdl", ma aggiunge che "se la maggioranza si raggiungesse con un solo alleato, che è la Lega, con cui abbiamo lavorato bene, questa potrebbe essere una soluzione". Con Roberto Maroni candidato in Lombardia, è assai probabile che se un accordo venisse raggiunto tra Pdl e Lega, quella che un tempo fu la poltrona di Gianfranco Fini sarebbe occupata nel 2013 da Flavio Tosi, attuale sindaco di Verona. "Se non fosse possibile un'intesa - prosegue l'ex premier - il Carroccio sarebbe isolato e non riuscirebbe a portare a Roma le istanze dei suoi elettori del Nord. Inoltre - continua - perderemmo la Lombardia e poi cadrebbero il Piemonte e il Veneto". Berlusconi torna a stigmatizzare i piccoli partiti: "Se si continuerà a dare il voto frazionato ai piccoli partiti, resteremo pressappoco nella situazione di adesso. Se il Pdl dovesse avere la maggioranza questa dovrà essere usata per cambiare l’architettura istituzionale dello Stato, per dare più poteri al Governo, per dimezzare il numero dei parlamentari, per cambiare la composizione della Corte Costituzionale". Quindi una stoccata a Monti: "L'agenda Monti non è che la continuazione della politica del Governo tecnico, su ispirazione della Germania. Una cura sbagliata, che ha portato ai numeri che conosciamo, con risultati negativi". Nel pomeriggio Berlusconi ha poi salutato telefonicamente la comunità "L'incontro" di don Gelmini. "Un anno fa quando c'era il mio governo, l'Italia stava bene eravamo la seconda economia d’Europa, mentre con la cura del governo tecnico tutto è andato peggio" ha detto il Cavaliere. "Fummo costretti a lasciare il governo con una congiura che la storia metterà in luce, una congiura politica e mediatica che agitò il fantasma dello spread". Berlusconi ha ribadito che "saremo in campo con la massima determinazione".