Il diktat
D'Alema: "Monti non si candidi"
"Monti non si deve candidare". Il diktat di Massimo D'Alema, sa di paura, paura che se il Prof scendesse in campo, il centrosinistra perderebbe le elezioni. Dice il presidente del Copasir in una intervista al Corriere della Sera: "Monti sta logorando la sua immagine. Preservi se stesso, sia utile al Paese, non si faccia coinvolgere negli spasmi di una crisi politica sempre più convulsa e sconcertante per i cittadini". Perché spiega D'Alema: "A parte le difficoltà formali delle dimissioni da quell'istituto, anche se dovesse lasciare il Senato si aprirebbe un problema politico. Che senso ha che Berlusconi, che lo ha attaccato e sfiduciato, lo candidi oggi a guidare uno schieramento che avrebbe come unico collante l'avversione alla sinistra? Ciò aprirebbe una contrapposizione che favorirebbe anche nel nostro campo le posizioni più radicali. Sarebbe meglio se Monti preservasse la sua figura di super partes al servizio della Repubblica e la conservasse anche per il futuro prossimo". Timore - Eppure, dice D'Alema, non si tratta di una posizione difensiva, non è timore di una discesa in campo così autorevole: "Siamo nelle condizioni di vincere comunque le elezioni, non abbiamo paura di confrontarci. Non è questo il problema. Trovo solo che sarebbe illogico e in qualche modo moralmente discutibile che il Professore scenda in campo contro la principale forza politica che lo ha voluto e lo ha sostenuto nell'opera di risanamento. Avendo grande stima di lui spero che non lo farà. Ad ogni modo non si può più andare avanti con questa incertezza sul suo futuro: è meglio che chiarisca al più presto". Gli "altri" - Un altro che dovrebbe dire cosa vuol fare è Montezemolo: "Se personalità come Montezemolo hanno intenzione di candidarsi lo facciano senza nascondersi dietro il suo nome (di Monti, ndr)". Vendola, invece, deve mettere da parte il suo antimontismo: "Il Pd sta al 32 per cento e loro al 5. Ogni decisione verrà presa a maggioranza e abbiamo scelto insieme che conterà il peso elettorale. Vendola non deve dimenticare che siamo stati noi la principale forza che ha sostenuto Monti. Attaccare a testa bassa il suo governo significa fare una campagna elettorale contro il Pd che è il suo alleato. Questo non è ragionevole. Noi non siamo contro Monti, ma vogliamo andare oltre questa esperienza, puntando su giustizia sociale e crescita". In questo scenario D'Alema resta "favorevole ad un patto tra progressisti e moderati". Il futuro - In un futuro governo del centrosinistra D'Alema vede bene anche Renzi: "Lui sostiene che continuerà a fare il sindaco, ma non vedrei niente di male se entrasse in un governo futuro". Di certo Baffino non si candiderà: "Ho dato la mia parola". Ma se arrivasse una chiamata per responsabilità istituzionali, allora, "valuterò...".