La maledizione
Fini gatto nero: da Casini a Montezemolo, chi si allea con lui perde voti
di Mattias Mainiero «Attenzione, c’è Fini in circolazione. Fate gli scongiuri se ci tenete ai voti». La frase è inventata, ma in qualche modo vera e rivelatrice. Spiegazione di un enigma politico che non è un enigma: negli ambienti politici (e non solo) si è diffusa voce che Fini porti sfortuna. Politicamente parlando, è un presidente iellato. Osservata a Montecitorio. Fini e Casini confabulano fra loro. Bella scenetta: un presidente e un ex presidente della Camera. Voi penserete: discorsi profondi, strategie, scenari. I due, a quanto pare, parlano di voti da racimolare, possibili alleanze, sondaggi tutt’altro che rassicuranti. Fli è accreditata di un 2%. Con un miracolo, forse il 3. E il suo capo è nientemeno che il presidente in carica della Camera. L’Udc non si smuove dal suo 5 e dispari per cento. E vorrebbe essere l’erede della Dc. Se si andasse al voto oggi, sarebbero fischi e pernacchie. Bisogna inventarsi qualcosa, anche se la fantasia è quella che è. Arriva Guido Crosetto, pdl in rotta con il Pdl. Il duplex di centro coglie l’occasione al volo. Ora il conciliabolo è a tre. Conversazione fitta. Sorrisini. Saluti. Crosetto va via scuotendo la testa. C’è chi è sicuro di averlo sentito dire: io con Fini? Quelli sono filomontiani doc. Potrebbero solo rovinarmi. Non sia mai. Crosetto si allontana e continua a scuotere il testone. Se fosse nato dalle parti di Napoli, avrebbe fatto anche le corna. Era un leader nero, Fini. A furia di giravolte politiche e di partiti stesi al suolo, è diventato un gatto nero: chi lo vede, cambia strada. Gianfry? No, grazie. Persino Luca Cordero di Montezemolo, centrista come il Fini di oggi, montiano come lui, vicino a Casini come Gianfranco, lo vede come il fumo negli occhi, anche se non lo dice apertamente. Cordero di Montezemolo: antica educazione. Passiamo oltre. In cerca di collocazione politica, da tempo Fini prova a costruire il Terzo Polo. Vagheggia un’aggregazione moderata che si richiami al Ppe e che coinvolga la cosiddetta società civile. In un’intervista al Corriere della Sera, è arrivato a proporre a Montezemolo e Casini primarie centriste. L’ex ragazzo del Msi è in disgrazia, ma non è fesso: le primarie, per lui, avrebbero il sapore di un contratto di affitto. Signori, presentiamoci tutti e tre, e chissenefrega se vincete voi a mani basse. Io, intanto, stringo l’alleanza e mi accaso. Furbetto. Gli alleati non alleati hanno fatto spallucce. Scettici e soprattutto prudenti: Fini potrebbe tirare a fondo anche una portaerei, figuriamoci una piccola imbarcazione che fa acqua ancora prima di aver preso il largo. Breve promemoria per chi non crede alle devastanti virtù politiche dello stratega dei disastri. C’era una volta il Msi. Era al di fuori di quello che all’epoca si chiamava arco costituzionale, ma aveva un suo peso. Quando il Msi è finito nella mani di Fini è anche morto. C’era pure An, che non era più il Msi ma che aveva ancora una sua fede. Scientificamente affossata tra una svolta e un ripensamento, un mea culpa mai pronunciato e una voglia di purificazione da colpe che nessuno più addossava ad An. C’era il Pdl. Un voltafaccia e una botta mortale. Ciò che resta oggi del passato finiano sono i trent’anni di Fini a Montecitorio e i quasi cinque sulla poltrona di presidente della Camera. Gianfranco fa bene a se stesso, ma molto male agli alleati. Lo dice la sua storia e lo dicono anche i sondaggi riservati che sarebbero nelle mani dei centristi. Lista per l’Italia, la formazione politica legata a Luca Cordero di Montezemolo, sfiora la soglia del 5%. Sesta posizione tra le forze politiche. Se però Montezemolo dovesse accogliere Fini, scenderebbe al 4 e forse anche al 3,5%. Fini è un presidente algebrico, un leader col segno meno: meno 1-1,5%. Chi parte con lui, parte con l’handicap. Spiegano i grandi analisti dell’acqua calda: Montezemolo pesca soprattutto nell’elettorato del Pdl. E chi è oggi il personaggio più inviso agli elettori del Pdl? Lui, il Fini che se ne andò puntando il dito. Ergo, se Fini sta con Montezemolo gli elettori ex Pdl non votano più Montezemolo E Luca Cordero si mantiene alla larga. Ricordate? «Che fai, - disse Gianfranco - mi cacci?». Sì, ti caccio o non ti accolgo. I gatti neri si evitano, anche se, a volte, con grande comprensione: sono fatti così, mica è colpa loro.