Primarie pd
Vendola, il perdente,passa alla cassa Detta l'agenda di Pier e della sinistra
Il perdente e lo sconfitto Ora che tutto è finito, comincia la corsa per mettere un piede sul carro. Del vincitore. Tutti vogliono Bersani. E Bersani li vuole tutti con sè. Lo spettro dell'Unione di Prodi comincia ad aleggiare sul cielo del cnetrosinistra. Pier dovrà fare un patto col diavolo se vuole una coalizione da portare a Palazzo Chigi. Il diavolo chi sarà? La cosa piùnaturale è pescare fra i grandi perdenti delle primarie. I nomi sono due: Matteo Renzi e Nichi Vendola. Il primo è lo sconfitto. Il secondo è il perdente. Il giovane sindaco di Firenze ha giocato la sua partita. Bene. Si è aggrappato con le unghia ad una sfida che era difficile. Ha avuto un partito contro e ha dovuto parare gli attacchi di tutta la sinistra. Nichi invece ha delapidato tutto il vantaggio che negli ultimi due anni aveva accumulato, sull'onda delle sue vittorie in Puglia, 2005 e 2010 e ha dovuto suo malgrado rincorrere con grande affanno Renzi e Bersani. I numeri per Nichi sono stati impietosi. E' uscito con le ossa rotte dal primo turno. Si è beccato un misero 14,4 per cento mentre il sindaco ragazzino lo doppiava con un bel 36,9 per cento. Vendola ha accettato malamente la sconfitta e da finto innovatore è tornato ad essere una vecchia volpe della sinistra italiana. Innanzitutto non ha smesso di attaccare Matteo Renzi e poi, a seggi appena chiusi per il primo turno, ha detto pubblicamente ai suoi: "Votate Bersani, lui profuma di sinistra". Parole che hanno dirottato i suoi voti sul segretario, portandolo a vincere senza problemi il ballottaggio. Il giochetto è stato semplice. Una equazione matematica. Non potendo espandere la base elettorale al secondo turno Renzi ha fatto la fine del topo. Ha dovuto registarre il passaggio dei voti di Nichi a Bersani e si è messo il cuore in pace. Nichi sogna e detta l'agenda Vendola punta in alto. Lui vuole portare Sel in parlamento e vuole poltrone in un possibile governo Bersani. Nichi è furbo e si vede. A sinistra apprezzano i perdenti come lui. Gli sconfitti con onore invece li mettono da parte. Ed è quello che sta succedendo in queste ore. Renzi è stato malamente bacchettato. Ogni sua parola che facesse pensare ad una ricopensa post primarie da parte di Bersani era stata etichettata come opportunismo o incoerenza. Tutti i big del pd e della sinistra volevano sentirsi dire da Renzi una sola cosa: "Se perdo mi faccio da parte e torno a fare il sindaco di Firenze. Aiuterò Bersani da semplice militante". Il sindaco ragazzino lo ha detto chiaramente. Nichi no. Lui è il governatore della Puglia e dovrà governare fino al 2015. Ma se Pier vince nel 2013 e va a palazzo Chigi e dovesse chiamarlo...lui di no non lo direbbe di sicuro. Ed è tale la voglia di fare il ministro che già oggi detta la linea al centrosinistra. "La carta di intenti del #centrosinistra è chiara: archivia l'agenda Monti. E per me il #Monti bis è morto e sepolto", twitta il leader di Sel. Come dire: "Io ci sono". E nichi parla già al prurale. Lui si sente il principale compagno di merende di Pier. "Io e Bersani ora non staremo chiusi in una stanza a discutere, l'alleanza non e' un recinto stretto in cui confrontarci solo tra di noi. Ora va sconfitto il berlusconismo che è diventato il racconto incivile di questo paese". Nichi ha tutto per entrare nell'olimpo di Bersani. Rappresenta quel ritorno al passato che le primarie hanno consegnato al centrosinistra italiano. Nichi parla ancora di antiberlusconismo. Un disco rotto perfetto per meritarsi una poltrona. Da sottolineare infine c'è un altro aspetto. Nel giorno della vittoria di Bersani, quello che ha twittato di più sul futuro del centrosinistra non è stato il segretario del Pd ma proprio Nichi Vendola. Insomma il diavolo a cui Pier dovrà vendere l'anima è pugliese. Fa il governatore. Ancora per poco. Ma è un diavolo che sa anche dissimulare i piani. "Quello di ieri è stato un voto chiaro, limpido e luminoso. C'è voglia di sinistra e di cambiamento", ha dichiarato oggi Nichi. Già il cambiamento lo rappresentano lui e Pier. Vendola è il solito leader della sinistra che da perdente si prende una fetta di torta, mentre lascia le briciole a chi ha vinto sul campo il primo turno e rappresenta davvero il cambiamento. Matteo Renzi. Lo sconfitto.