Lingua lunga
Bersani parla di tacchini sul tettoMatteo lo bastona:"Basta metafore"
Il confronto fra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani si gioca sul filo anche delle metafore. Il segretario bersani le ama. Le mette sempre dentro i suoi discorsi. E' come se fossero un condimento. Pier farcisce tutto ciò che dice con questa figura retorica. Ha tanta fantasia e a volte sembre di sentire dal vivo Maurizio Crozza che imita il segretario proprio citando qualcuna delle sue metafore. Ebbene durante la diretta tv su Rai1 Pier ritrova la creatività e cerca di spiegare la sua posizione sull'accordo con la Svizzera per quanto riguarda la tassazione sui capitali che fuggono dall'Italia, con una delle sue metafore: "Capisco che c'è chi vuole un passerotto in mano piuttosto che un tacchino sul tetto, ma se le cose restano così è un condono. Se non cambia è un condono". A questo punto il giovane sindaco di Firenze coglie l'occasione e colpisce Bersani: "Ho capito che per fare il segretario bisogna usare metafore". Insomma Renzi prende in giro Pier e lui incassa il colpo. Ma quella di Bersani, alla metafora facile è una cifra stilistica troppo forte per il segretario. Bersani resiste a tutto tranne che alle metafore. Così poco dopo ci ricasca e cita Clistene e Pericle sul discorso del finanziamento pubblico ai partiti. E Renzi lo bastona ancora: "Da pericle a Fiorito ce ne passa, caro Pierluigi...". La metafora contro Renzi può diventare il tallone d'Achille di Pier.