Caccia alla copertura
Nasce il partito anti-Forneroper difendere i pensionati
di Sandro Iacometti I presupposti per una soluzione farsa in stile esodati ci sono tutti. Il tempo per risolvere la grana dei ricongiungimenti onerosi sta ormai per scadere e l’esecutivo dei prof non sa ancora dove mettere le mani. Il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, ha assicurato che il governo si farà carico del problema, ma la verità, come per chi è stato lasciato in mezzo al guado dalla riforma delle pensioni, è che nessuno sa con esattezza le dimensioni del fenomeno e i costi di un ipotetico intervento. La Ragioneria dello Stato parla di 2,4 miliardi. Secondo l’Inps ne servirebbero 1,4. In realtà, le cifra che stanno emergendo in commissione Lavoro alla Camera, dove si sta creando un fronte compatto contro i tentennamenti del governo, si aggirano sui 900 milioni di euro spalmati su circa 10 anni. Soldi che potrebbero addirittura essere dimezzati se si decidesse di optare per un intervento soft che reintroduca i ricongiungimenti gratuiti, ma solo ai fini della pensione di vecchiaia. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, è atteso in commissione entro le 14 di mercoledì, quando si riunirà il comitato ristretto che dovrebbe prendere una decisione definitiva sull’argomento. Scartata, per ovvie questioni di tempo, la strada delle proposte di legge in discussione alla Camera, uno degli ultimi treni a disposizione è quello della legge di stabilità al Senato, dove l’intervento elaborato in commissione potrebbe essere recepito da un emendamento. In caso contrario, non resterebbe che agganciare il provvedimento al milleproroghe. Sul tavolo della commissione Lavoro c’è più di una ipotesi. La maggioranza potrebbe convergere sulla proposta dell’economista del Pdl, Giuliano Cazzola, che prevede il cumulo a carico dei rispettivi enti, a patto, però, che tra i due trattamenti previdenziali che si vanno a ricongiungere si applichi quello meno favorevole al lavoratore. La Lega, invece, preferirebbe tornare esattamente al regime previsto prima dell’intervento dell’ex ministro Sacconi nel 2010, che per alcune categorie prevedeva, però, il rincongiungimento oneroso. Quanto alla copertura finanziaria, i meccanismi individuati dalla commissione, pur con alcune diversità tecniche, prevedono tutti interventi strutturali a carico delle pensioni più alte. Si tratta del tentativo di evitare un bis del caso esodati, dove la copertura per i prossimi anni è affidata ad un fondo alimentato dai presunti risparmi che dovrebbero scaturire dagli stanziamenti già predisposti per tutelare il primo scaglione di lavoratori. Rispetto alle stime di governo e Inps le richieste della commissione non sembrano impossibili. Si parla infatti di circa 90 milioni per il 2013 e 180 per il 2014. Considerata, però, la fatica che ci è voluta per recuperare i pochi spiccioli destinati agli esodati e tenuto conto che il parlamento sta lavorando ad una soluzione praticamente da quando è stata introdotta la modifica normativa, conviene prepararsi al peggio.