Precariato parlamentare
Il contadino, l'avvocato, la starlette:i deputati Pdl pensano al futuro
I parlamentari Pdl scoprono il precariato e il sentimento che provano, se non panico, lo si può definire ansia. In attesa di scoprire quale sarà la legge elettorale, privi di certezze sulle strategie del Popolo della Libertà, tra molti di loro si insinua un solido timore: nella prossima legislatura non faranno parte del palazzo, e ora gli tocca trovarsi un lavoro o inventarsi un impegno. Quali sono le idee più in voga? Chi si vuole dare allo spettacolo, chi torna all'agricoltura, chi guarda senza paura l'idea del pensionamento e chi, invece, crede che alla fine spunterà ancora un posto in Parlamento. Che fare? - Nel calderone degli incerti ci sono giovani e anziani, politici di lungo corso e volti nuovi. A fare il punto della situazione con Alessandro Trocino del Crosera è Maurizio Bianconi, avvocato classe '46 alla prima avventura in Parlamento: "Gli ottimisti sul proprio futuro sono incoscienti. Molti andranno a casa e basta. E per i giovani sarà dura". Beh, c'è il vitalizio. "Ma per gente con quel tenore di vita - dice Bianconi - non è risolutivo". Qual è allora il panorama dei parlamentari azzurri al tracollo della Seconda Repubblica? C'è Alfredo Mantica, 70 anni, sei legislature alle spalle, che dice di voler fare il nonno ("O l'assessore a Gardone Riviera"). Michaela Biancofiore, una delle donne di ferro del Pdl, ha una certezza granitica: "Sarò ricandidata nel partito di Silvio Berlusconi". E, seppure non dovesse accadere, non ha paura del futuro: "Ho abbastanza cervello - dice - e sono cresciuta senza padre. Ce la posso fare". Come la Biancofiore, anche Nunzia Di Girolamo è ottimista: "Mi impegno sul territorio, sono conosciuta, ho 40 anni: perché un segretario giovane come Angelino Alfano non dovrebbe puntare su una come me?". Per un cambio di rotta, invece, è Manuela Di Centa, ex sciatrica professionista. Vorrebbe fare la presentatrice Tv: "La politica non è una passione, ma un impegno - racconta - Ma la televisione la amo pazzamente, ho fatto otto pintate per una tv satellitare sulle aree montane invernali". C'è poi chi racconta di voler tornare alle precedenti occupazioni. Giuseppe Saro, uno che a Roma è arrivato nel 2001, potrebbe rispolverare il pollice verde: "Sono un agricoltore, fare il contadino è faticoso, ma ora ci sono mi mezzi, ce la posso fare". Sulla stessa lunghezza d'onde il piemontese Roberto Rosso: "Ce la posso fare ad essere rieletto - sostiene - mal che vada, torno a fare l'avvocato".