l'aut aut del segretario
Bersani scatenato: legge elettorale al 10% o ci mettiamo di traverso
Si fa sempre più acceso lo scontro sulla legge elettorale, uno scontro che è diventato incandescente dopo lo scontro tra Renato Schifani e Beppe Grillo: quest'ultimo ha urlato al golpe contro di lui quando il presidente del Senato ha sollecitato i politici a fare presto per evitare il rischio che il Movimento 5 Stelle abbia l'80% dei consensi. Oggi, sabato 10 novembre, Pierluigi Bersani è tornato sull'argomento: "Chi pensa che con questa riforma elettorale si arrivi al Monti-bis è da ricovero. Ci sarebbe la palude e l’ingovernabilità. Lo tsunami, non per il Pd, ma per l’Italia" perché "verrebbe fuori una palude e come in Grecia si tornerebbe al voto dopo sei mesi". Bersani non ha dubbi sulla legge elettorale: non farà mai passare la riforma così come è stata disegnata in Senato: "Se noi valuteremo responsabilmente che l’Italia va un una situazione di ingovernabilità ci metteremo di traverso", ha chiarito il segretario del Pd. Il nodo resta la soglia del 42,5% oltre cui scatta il premio di maggioranza. Più che una norma anti-Beppe Grillo, è "una norma anti-Pd, il tentativo di dire "muoia Sansone con tutti i filistei, ma noi non scherziamo". Per Bersani, dunque "è indispensabile che ci sia "un ragionevole premio di governabilità non sotto il 10% netto che quivale ad un 12,5% per ragioni tecniche". Questo premio "non garantisce una maggioranza assoluta ma che ci sia un azionista di riferimento in grado di dire chi governa, meno di questo sarebbe una cosa molto seria", ha insistito. Non penseranno mica che mi metto a fare un governo con Berlusconi e Fini? Al di là di quanto sia alta la soglia il punto è se si vuole consentire a chi arriva primo di avere un ragionevole premio che non può essere sotto un 10% netto in grado di garantire non una maggioranza ma un azionista di riferimento che sia in grado di dire 'si governa'". Casini e le tattiche Bersani ha poi attaccato Casini e la sua "politica attendista": "Morirà di tattica. Io spero che metta la barra dritta a un certo punto e decida dove andare". Il leader dell'Udc ha detto la sua a stretto giro di posta. "Ho letto che Grillo e Bersani contestano la riforma elettorale. Se vogliono tenere il Porcellum, lo dicano in Parlamento e spieghino che per loro è giusto che chi ha il 30% dei voti prenda il 55% dei seggi", ha spiegato Casini parlando con i giornalisti a margine di una iniziativa dell’Udc al Palacongressi di Roma. Caso Fornero Pier Luigi Bersani è tornato a smentire di aver ipotizzato ieri che Elsa Fornero possa far parte del suo governo. "Quando ho detto che, sul piano di principio, i ministri dell’attuale governo possono entrare in politica ero in polemica con Gasparri secondo cui i membri del governo tecnico perdono i diritti politici", ha spiegato il segretario del Pd durante una iniziativa al Teatro Eliseo a Roma. I diritti, "ce li hanno, se fanno outing", ha ribadito. Detto questo, "non ho prenotato nessuno", ha chiarito Bersani, rispondendo ad una domanda su una apertura a Elsa Fornero. Certo, Nichi Vendola ieri ha polemizzato, ha ammesso: "E qualcuno ci ha ricamato sopra... Tasse ai ricchi Più che aumentare le tasse, per Pier Luigi Bersani, ricorda che serve farle pagare a chi oggi le evade. "Io partirei dal fatto che i ricchi le paghino, le tasse, perchè raddoppiare o triplicare uno zero non è un grande incasso", ha spiegato il segretario del Pd rispondendo a una domanda se, al governo, seguirebbe l’esempio di Barack Obama che ha annunciato un aumento delle aliquote sui redditi alti. "Io ce l’ho molto con i paradisi fiscali perchè la ricchezza sa dove andare e se ne scappa, mentre la povertà resta", ha sottolineato. o partirei dal fatto che i ricchi le tasse le paghino".