La ricostruzione
Lo spread, le risate, la fine:un anno fa arrivava Monti
"Un’estate di agonia, e poche ore per finire spazzato. Il governo Berlusconi un anno fa franava sotto i colpi dello spread, dell’inconsistenza politica e di un Napolitano in versione iperpresidenziale. Ma per spiegare i moti convulsi di quei giorni, e ciò che li ha determinati, occorre un passo indietro. La fine del Cavaliere inizia nel luglio 2011. Non c’entrano Casoria, Noemi, Ruby, Fini, Scilipoti, i giudici. Nei primi giorni del mese parte la grande fuga dai titoli di Stato italiani: la crisi di sistema dell’area euro, minata dal disastro greco, si estende alla periferia: Irlanda, Portogallo, Spagna e, appunto, Italia. È l’estate che nasce col dibattito sulla riforma fiscale e si chiude con quattro, cinque manovre correttive, la cui già labile credibilità è falciata dai mercati. Esplodono le frizioni tra Silvio Berlusconi (indebolito dalle amministrative e dagli scandali personali) e il superministro Giulio Tremonti. La spaccatura tra i due, che contribuisce a fare del caso italiano in quei giorni il banco di prova dell’euro, è la chiave di lettura che può guidare una ricognizione sui mesi finali, conclusi dall’arrivo a Palazzo Chigi lo «strano governo» di Mario Monti", spiega Martino Cervo su Libero di venerdì 9 novembre. Oggi, un libro dell'editorialista del Sole 24 Ore, Carlo Bastasin, riapre un mistero sull'estate del dramma finanziario. Silvio Berlusconi cercava l'intesa con Mario Draghi, mentre quello che era l'antagonista del momento, Giulio Tremonti, la cercava con Christine Lagarde, la numero uno del Fondo monetario internazionale. Il punto è che l'arrivo del programma del Fmi in Italia avrebbe avuto conseguenze poltiche e, di fatto, aperto a un governo di grande coalizione guidato dallo stesso Tremonti. In quel contesto, invece, Berlusconi cercava la sponda con la Bce, l'istituto centrale di Francoforte che, a differenza del Fmi, sarebbe potuto intervenire dietro alle quinte. Proprio 365 giorni fa , dopo lo spread e le risate di Merkel e Sarkozy, Mario Monti venviva nominato senatore a vita... Leggi l'approfondimento di Martino Cervo su Libero di venerdì 9 novembre