Trucchetti rossi

Le primarie del partito "democratico"sono vietate agli "iscritti sgraditi"

Andrea Tempestini

  "San Pio deve farsi grandi risate da lassù, conoscendo bene i suoi fedeli di San Giovanni Rotondo. D’altra parte lui a una commedia così grottesca come quella che sta andando in scena in queste ore nel Partito democratico locale non aveva mai assistito in vita. Vero che lo psicodramma delle primarie fra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi ha contagiato ormai le federazioni democratiche di mezza Italia, ma nessuno fin qui aveva osato spingersi così in là come ha fatto il segretario del Pd di San Giovanni Rotondo, Salvatore Mangiacotti. È stato lui a dare il visto si stampi del regolamento locale per le elezioni del prossimo 25 novembre (con eventuale ballottaggio previsto il 2 dicembre). Ha preso tutto o quasi dal regolamento del Pd nazionale: 5 punti per sintetizzare le regole della competizione. E un sesto punto per spiegare chi non è ammesso al voto: come per il partito nazionale, ne è escluso chiunque non abbia sottoscritto l’appello pubblico e la carta di intenti della Coalizione di centro sinistra «Italia bene comune», o chi svolga apertamente attività politica in contrasto con quelle idee", spiega il vicedirettore di Libero, Franco Bechis, sul quotidiano di venerdì 2 novembre. A San Giovanni Rotondo, insomma, il Pd ha aggiunto una regola ad personam. O meglio, "contra personam": ossia contro i coordinatori dei due comitati di Renzi, Gaetano Cuesenza e Alessandro Lilla. Il motivo? La loro attività politica è "senza'altro in contrasto con la coalizione di centro sinistra". Insomma, ora le primarie democratiche vengono vietate anche agli "iscritti sgraditi". Si tratta della vendetta dei dalemiani contro Renzi. Leggi l'approfondimento di Franco Bechis su Libero di venerdì 2 novembre