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Per Bersani brividi di terrore:primarie, Renzi è in testa

Andrea Tempestini

  Se i giudici di Bari hanno assolto Nichi Vendola "perché il fatto non sussiste" il governatore è anche sotto la lente dei dirigenti del Pd. Bersani ha scelto l'alleato giusto? E dentro questa domanda che si inserisce l'incontro di ieri, martedì 30 ottobre tra Pier Luigi Bersani e il leader centrista Pier Ferdinando Casini. Ufficialmente i due si sono visti per parlare della legge di stabilità ma inevitabilmente, ma il loro incontro, all'indomani del voto che ha portato Rosario Crocetta a Palazzo d'Orleans alla guida di una coalizione tra il Pd e l'Udc, ha assunto un significato politico.    Su Bersani, però, non c'è solo la tegola Vendola, a tormentarlo ci sono anche i sondaggio. "Per essere il giorno dopo una storica vittoria, il clima nel Partito democratico è molto dimesso. Matteo Renzi, che un sondaggio di Nicola Piepoli dà per la prima volta davanti a Pier Luigi Bersani (31% a 29%), suggerisce di non festeggiare troppo: «Chi oggi gridasse al trionfo e stappasse le bottiglie di champagne, commetterebbe un errore». Intanto perché  «il numero assoluto di voti che abbiamo preso è decisamente bassino». Poi perché due dati, fa notare il sindaco di Firenze, rendono meno luminoso il risultato: l’astensione «strabiliante» e il successo del Movimento Cinque Stelle, «decisamente superiore alle attese». E a pensarla come il sindaco di Firenze sono in tanti", spiega Elisa Calessi su Libero di mercoledì 31 ottobre. Già, il segretario Bersani è terrorizzato: Renzi è in testa. Il leader sarebbe al 31%, il rottamatore al 29 per cento. Decisivo anche nelle primarie della sinistra sarà il popolo degl indecisi, che vengono "quotati" al 30 per cento. E così in questo contesto matura l'idea di Bersani: sta pensando a un listone con Sinistra e Libertà ("Italia bene comune" il possibile nome). L'obiettivo? Rendere più semplice a Pier Ferdinando Casini la "digestione" di Vendola. Leggi l'approfondimento su Libero di mercoledì 31 ottobre