La sentenza

Alfano: "Accanimento giudiziario". E lo sciacallo Di Pietro esulta

Andrea Tempestini

  L'ex premier Silvio Berlusconi condannato in primo grado dal Tribunale di Milano a quattro anni. E il segretario del Pdl, Angelino Alfano, non ha dubbi. Il leader del partito si oppone alla sentenza, definita "l'ennesima prova di accanimento giudiziario nei confronti del presidente Silvio Berlusconi. E' una condanna inaspettata e incomprensibile, con sanzioni principali e accessorie iperboliche. Siamo certi - ha aggiunto Alfano - che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta". Lo sciacallo Di Pietro - Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, appena terminata la lettura del dispositivo della sentenza, ha iniziato con lo sciacallaggio: "Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla". E ancora: "Da oggi gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente, colpevole di frode fiscale e con l'interdizione dai pubblici uffici per i prossimi tre anni".   "Accanimento giudiziario" - Il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti, in una nota ha affermato: "Una sentenza che conferma anni e anni di accanimento giudiziario. Non c'è dubbio che il Presidente Berlusconi, nei prossimi gradi di giudizio, troverà un giudice a Berlino". Quindi, in una nota congiunta, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo vicario del Pdl, al Senato, spiegano: "L'uso politico della giustizia scrive oggi un’altra brutta pagina nella storia del nostro Paese. Mentre Silvio Berlusconi orienta le sue scelte innanzi tutto tenendo conto del bene del Paese, la caccia all’uomo non salta un giro. Verrà un giorno in cui la storia darà atto di quanto male tutto questo ha fatto alla nostra democrazia. Al presidente Berlusconi la solidarietà nostra e di tutti i senatori del Popolo della Libertà". Per Fabrizio Cicchitto "non si tratta  di una sentenza ma di un tentativo di omicidio politico visti non solo la condanna penale ma anche l’interdizione di tre anni dai pubblici uffici".   Franceschini: "Non si commenta" - Per il Partito Democratico il primo a parlare è stato il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini: "Le sentenze vanno rispettate, non si commentano. Né quando si tratta di una condanna né di un'assoluzione. Berlusconi in passato ha avuto sentenze positive o prescrizioni. Oggi è stato condannato. Ma Berlusconi non è oggetto di confronto politico, anzi non lo è più".