Il caso Lombardia
Basta Formigoni, la Legaconvince Berlusconi e Alfano
"Niente accanimento terapeutico". Così, il segretario del Pdl Angelino Alfano chiude il caso Lombardia. Con una frase che ai più è sembrata scaricare Roberto Formigoni (ma che il governatore ha definito "concordata"), Alfano apre la strada alle elezioni nella regione più ricca e popolosa d'Italia. La Lega le vorrebbe ad aprile, ma Formigoni non ci sta: "Si vada a votare subito, perchè la Lombardia e i lombardi non meritano sei mesi di incertezza". E lui, il presidente dei quattro mandati? Non si ricandiderà (non può), ma promette di esserci: "Mi batterò come un leone". Sarà lui a scegliere "liberammente" la data delle elezioni "per il bene della Lombardia" hanno sottolineato ancora i vertici del Pdl. Che, mentre il governatore parla di "Lega dei ribaltoni", fin qui si sono guardati bene dall'attaccare frontalmente il Carroccio, ritenendo che il rapporto vada mantenuto comunque, Formigoni o non Formigoni. Tra i nomi per il dopo-Formigoni circola quello di Maria stella Gelmini, ex ministro dell'Istruzione che sulla carta permetterebbe di mantenere l'alleanza con la Lega. Ma non è escluso che, se l'intesa tra i due partiti dovesse continuare anche in vista della prossima legislatura, il candidato sia invece un uomo del Carroccio. E se il Pdl dovesse essere obbligato ad andare da solo? Allora il nome più forte sarebbe quello dell'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini.