Mario pigliatutto

Monti, bagni di folla e autografi. Sorpresa per Fini e Casini: si ritrovano un Silvio bis

Giulio Bucchi

Non bastava la promessa dal sapore elettorale del "meno tasse per tutti". Mario Monti ci ha preso gusto e da professore si sta lentamente, ma inesorabilmente, trasformando in Cavaliere. Sì, come Silvio Berlusconi. Forte anche di un consenso mediatico mai così massiccio, di un'aura di intoccabilità che lo candida automaticamente a restare a Palazzo Chigi indipendentemente dal voto, il premier si sta scatenando. Parla sempre (e questo, a dispetto di quanto annunciato nel novembre 2011, è diventata una consuetudine), incontra tutti, stringe mani, vede gente. Sul "fare cose" ci sta lavorando, perché dopo la partenza sprint dei primi tre mesi francamente si è un po' arenato, ma forse avrà altri cinque anni di tempo per recuperare. Nel frattempo, è uno show quasi quotidiano. Oggi, per esempio, è uscito dalla riunione dell'intergruppo parlamentare per l'Agenda urbana (appuntamento già dal nome piuttosto noiosetto) ed ha trasformato l'occasione in un bagno di folla: i testimoni parlano di applausi, strette di mano, addirittura autografi. "Io sono un facilitatore tra forze politiche diverse, il nostro obiettivo è un migliore raccordo tra cittadini e politica", ha spiegato al termine dell'incontro Monti. E in effetti lui i cittadini ora li sta incontrando, ci si tuffa, magari forzando anche il suo classico aplomb un po' snob da bocconiano di ferro. Resta un dubbio: cosa diranno ora Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini? Erano convinti di essersi presi un tecnico e si ritrovano tra le mani un Berlusconi bis?