Il piano del premier
Monti non vuole i politici Pensa a Passera e Riccardi
Tutti lo tirano per la giacchetta, ma Mario Monti apertamente non si sbilancia. Anzi davanti all'arrembaggio di Fini e Casini, lunedì 30 settembre, ha fatto un passo indietro dicendo che entro qualche mese lascerà il governo ad altri. Ma, come si legge nell'editoriale del Foglio con queste parole Monti si è scrollato di dosso "l'operazione parassitaria di Pierferdinando Casini. Gianfranco Fini e Luca Cordero di Montezemolo, i terzopolisti che hanno tentato di trasformare lui e il suo governo in una piccola manovra da centro neodemocristiano in vista delle elezioni politiche di questa primavera. La lista civica di Monti non ha l'autorizzazione di Monti, non interessa al ptresdidente della Repubblica". Più che al Monti-bis al Quirinale di fa strda l'ipotesi di Monti al Colle. Il professore è considerato una "risorsa sempre utilizzabile". In ogni caso il premier vuole liberarsi dal fardello dei politici. Passera e Riccardi Contemporaneamente due ministi. Corrado Passera e Andrea Riccardo, nelle ultime settimana, sono decisamente usciti dalle quinte. Domenica, 29 settembre, l’ex amministratore delegato di IntesaSanpaolo ha detto che «non è giusto usare Monti come sigla elettorale di un nuovo giro». Uno scudo protettivo per il professore della Bocconi? Macché. Palazzo Chigi è un obiettivo anche per l’ex banchiere e se non può andarci lui, allora è pronto a puntare i piedi per affinare i futuri equilibri futuri. Andrea Riccardi, peraltro oggetto delle ambizioni di una parte del Pd, non è da meno. Ieri il ministro ha “ospitato” Monti al Forum della cooperazione, terreno sul quale il numero uno della Comunità di Sant’Egidio sembra pronto ad aprire un negoziato. Di qui il messaggio rivolto al Primo ministro: «In un modo o nell’altro - ha detto Riccardi parlando di Monti - resterà una risorsa», anche al termine del suo mandato. A Riccardi interessa una riforma della legge sulla cooperazione che «sarebbe da fare con tempo e lungimiranza». In ballo ci sono parecchi soldi. Circa 3 miliardi di euro che il ministro vorrebbe sottrarre alla Farnesina e affidare a un’agenzia ad hoc.