Verso il Grande Centro

La Casta dei Paperoni sta con Montilui deve scaricarli

Lucia Esposito

Il sostegno di Luca Cordero di Montezemolo a un Monti-bis è caduta come una bomba nel mondo politico. I primi a sostenere una "grande lista civica che chiami i raccolta le energie sane del Paese, senza personalismi", sono stati Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini. Il premier la settimana scorsa aveva detto che non si sarebbe candidato ma se glielo avessero chiesto le forze politiche, in caso di necessità non si sarebbe tirato indietro. Un grande centro moderato che appoggi Mario Monti risolverebbe prima di tutto, il problema della leadership (lo stesso Montezemolo ha detto che è pronto a impegnarasi ma senza leadership e senza un ruolo). Oltre a Casini e Fini, il Grande Centro, avrebbe l'appoggio di Giuseppe Pisanu, ex ministro dell'Interno, 75 anni (ma secondo i dati diffusi dalla lista presentata dal senatore dell'Idv Stefano Pedica, Fini Casini e Pisanu sonoi più ricchi della Casta).  Beppe Pisanu: l'ex Dc, oggi al Pdl e grande manovratore nei giorni della caduta di Berlusconi, è il più longevo del gruppo con 38 anni e 88 giorni nei Palazzi di Roma.L'attuale presidente della Commissione parlamentare antimafia avrebbe intascato 5,5 milioni Non solo. Nella galassia di nomi che sarebbero pronti ad appoggiare un Monti-Bis c'è pure Lorenzo Dellai, presidente della Provincia di Trento: anche lui tra i "paperoni" della politica (con i suoi 21mila euro di stipendio). Oltre a Fini, Casini e Pisanu, Monti potrebbe contare sull'appoggio di Marco Follini Pd, Pietro Ichinio, Srefano Ceccanti e altri montiani.  Al lavoro anche Emma Marcegaglia, sigle dell'associazionismo cattolico e del mondo del lavoro (Cisl, Acli, Coldiretti e Confcooperatice). Nella galassia montezemoliana entrano anche "fermare il declino" di Oscar Giannino e "Indipendenti per l'Italia" di Ernesto Auci.   Casta e legge elettorale I nomi  del mondo poltiico che hanno subito appoggiato l'ipotesi di Monti-bis Casini e Fini in primis, sono quelli di cui Monti dovrebbe liberarsi, perché anche loro rappresentano quella "casta" da cui l'Italia dove liberarsi per tornare a crescere. In realtà sulla strada della nuova Cosa pesa anche l'incognita della riforma elettorale: senza una legge in senso più proporzionale tutto sarà in salita. E poi c'è il gelo sia di Bersani ("basta scorciatorie e ricette italiche) e quello di Angelino Alfano ("Un Monti-bis è tecnicamente inspiegabile ci sarebbe da un lato un candidato reale, Bersani o Renzi, dall'altro un candidato virtuale che annuncia che non si candida).