Il Cav contro tutti

Silvio boccia la politica delle tasse e del rigore: così diventeremo tutti poveriati in mutande

Eliana Giusto

Imu, euro, inflazione. Silvio Berlusconi torna ad attaccare la politica delle tasse di Monti durante la presentazione dell'ultimo libro di Renato Brunetta. Ma il Cavaliere non sembra avercela col premier,"il grande imbroglio" dice "non è il Governo tecnico e cosa sta succedendo in Italia, ma è l’euro che è stato introdotto senza che avesse una banca centrale alle spalle". Un "suicidio" il "cambio lira-euro". Contro l'austerity - Berlusconi ha ripercorso quanto accaduto con l’introduzione del Fiscal compact, quando, ha ricordato, "mi accorsi subito che l’Italia non avrebbe potuto assumersi gli oneri di una riduzione del debito pubblico di 45 miliardi di euro".   "Manifestai il mio no a Tremonti, per telefono, spiegando che l'austerità non porta alla crescita e porta invece alla recessione. Dissi - racconta ancora - che avrei tolto il mio veto ad una condizione: che i fattori importanti per il mio Paese dovevano essere considerati rilevanti. Allora il debito pubblico ammontava a 1914 miliardi, oggi con questo governo commissariale è aumentato del 123%". Spread e Germania - Per il Cavaliere sono due le strade possibili per aiutare l’Europa ad uscire dalla crisi: dare più poteri alla Bce oppure la Germania esca dall’euro.   Berlusconi rivendica che l’andamento dello spread è "indipendente dall’azione del governo" e lo dimostra che "è tornato a salire più di quando ero io al governo, con l’attuale esecutivo".   Detto questo, per l’ex premier "lo spread si è abbassato solo dopo l’intervento di Draghi". Insomma, per Berlusconi "l'unica cosa che può davvero funzionare è che si arrivi a stabilire che la Bce possa essere banca di ultima istanza". Altrimenti, conclude il cavaliere, "la Germania esca dall’euro. Non è una tragedia, anzi è una soluzione che molte banche tedesche prendono in considerazione". Imu e Fisco - "La tassa dell’Imu colpisce la casa, un bene primario e fondamentale per le famiglie italiane, soprattutto per il loro futuro", continua il Cavaliere. "C'è poi il limite di 5 mila euro da spendere in contanti, con il risultato che le famiglie si sentono osservate da un fisco occhiuto". Il redditometro, poi, è una cosa da far paura, una cosa da "Stato di polizia tributaria". "Le aziende così", spiega Berlusconi, "fanno meno investimenti e meno pubblicità con il risultato di far decrescere il prodotto interno lordo". Per l’ex presidente del Consiglio si tratta di una sorta di "estorsione", perché dopo le verifiche vengono a dire "ci dai x e noi chiudiamo. L’alternativa è inoltrarsi in una causa che dura anni". In conclusione, per Berlusconi si tratta di "un fisco che ha portato a un aumento di incertezze e di paura, terrorizzando le famiglie, e se le cose continuano così si va verso una crisi senza fine che ci impoverirà sempre di più".