Grillo
Critica chi va in tv e Favia lo beffa: "Mi ci ha mandato lui"
Essere un moralizzatore è un mestieraccio: per fare le pulci agli altri e uscirne indenni occorre avere memoria d'acciaio e pochi scheletri nell'armadio. A Beppe Grillo forse difetta il primo requisito. Sul suo blog il leader del Movimento 5 Stelle ha accusato nuovamente tutti quei grillini che vanno in televisione per guadagnare notorietà e peso politico. In molti hanno letto il passaggio come riferimento diretto a Giovanni Favia, il consigliere emiliano che con un fuorionda trasmesso da Piazza Pulita su La7 ha scatenato il dibattito sull'assenza di democrazia nel Movimento. "Non mi sento chiamato in causa. Ma fu proprio Grillo a mandarmi in televisione", è la replica di Favia in una nota dal retrogusto velenoso. Fuga dai media - E di fiele, nonostante la calma apparente nei 5 Stelle dopo la bufera dell'ultimo mese, ne scorre ancora. "Successivamente - prosegue puntiglioso Favia -, quando ho accettato delle partecipazioni (in continua comunicazione con lui), l’ho sempre fatto previa consultazione diretta dei nostri simpatizzanti via social media, senza mai “privatizzare” la funzione che mi è stata data col voto. L’altro ieri a Parma sono stato “inseguito” da numerose troupe. Nonostante l’insistenza e l’accusa di “fuga”, ho parlato solo d’inceneritore. Perché ero lì per quello". Camerieri e magazzinieri - Su Facebook Grillo parlava sprezzantemente di magazzinieri e camerieri diventati politici grazie a lui e che ora peccano di superbia. "Non ho stima di chi lancia accuse senza fare nomi e cognomi, e mi pare non sia nello stile del M5S - prosegue Favia -. Ho fatto il magazziniere per un breve periodo quando avevo 15 anni, con l’obbiettivo di comprarmi il motorino. Ho fatto il cameriere qualche anno dopo, sempre per poche settimane, per mantenermi durante alcuni bellissimi viaggi attraverso l’Europa". Insomma, "nessuna delle professioni mi appartiene" ma qualche sassolino dalla scarpa salta fuori comunque.