Sindaci scomodi

Tutti contro il "nemico" RenziNel Pd è già panico-primarie

Matteo Legnani

Chissà che il Pd, alla fine, non decida di sacrificare la Bindi per togliersi dai piedi Matteo Renzi? Non succederà, perchè il "rottamatore" mai accetterà la proposta di Rosi: "Se io non mi ricandido, lui si ritira?". Deliri di un Pd che sta scivolando nel panico, stretto fra l'antipolitica di Grillo da una parte e l'orecchino dell'alleato vendola, e con il "cancro" del sindaco di Firenze che si sta ingrossando al suo interno. In questo panorama, le primarie del centrosinistra saranno, per un osservatore esterno, un vero e proprio godimento. Un incubo, invece, per chi vi si sta preparando. Lungi dal considerare il giovane Renzi come valore aggiunto in termini di massa elettorale, la nomenklatura dei dinosauri democratici sta facendo quadrato contro l'intruso. Ieri, è toccato addirittura a Massimo D'Alema bacchettare Renzi, consigliandogli prima di "occuparsi più della sua Firenze" e poi dicendo che "non ha la statura per guidare il Paese". La Bindi ha rincarato la dose sostendo che "da lui non ho sentito un argomento che sia uno" e poi gufando: "ammesso che le primarie ci siano, ammesso, lui non le vince". Tiè. Che eleganza, la signorina. A dar una mano nel mazzuolare renzi, ieri è arrivato anche Nichi Vendola, il quale ha un duplice interesse a screditare il giovane Renzi: farsi bello agli occhi della nomanklatura piddina, dalla quale dipende la saldezza dell'intesa elettorale Pd-Sel, e demolire un'avversario diretto alle prossime primarie del centrosinistra. "Renzi si presenta con le stigmate dell'innovazione, ma ogni giorno sembra un juke box ambulante di banalità" ha sentenziato il governatore con l'orecchino.