L'appello del leader Sel
Diktat di Nichi a Pierferdy: o rinneghi il liberismo o tra noi non si fa nulla
"Casini, convertiti, il liberismo è il diavolo" è l'appello che Nichi Vendola lancia in un’intervista a La Repubblica al capo dell’Udc, ricordando che sono anche alcuni dirigenti del Pd a vedere nel leader Udc "contraddizioni irriducibili". Dopidiché, afferma il leader di Sel, "io presento la mia agenda. Casini la sua. Stiamo lavorando a due agende completamente diverse". E nel programma di Casini "vedo la riproposizione di Monti di qui all’eternità". Vendola non si fa illusioni sulla possibilità di andare d’accordo su diritti civili, matrimoni gay, fecondazione assistita, testamento biologico: "A me sembra fantapolitica". Il presidente della Puglia rileva che sulla dei sindaci del centrosinistra "si è aperta tra loro la discussione" mentre "è innaturale tenere l’Idv fuori dal cantiere della sinistra" e "punto sulla ricomposizione". Quanto a Ferrero, leader del Prc, che spera che Vendola ci ripensi, lui replica: "E' rimasto attaccato a idee immobili. Non si può inseguire l’obiettivo di essere i migliori perdenti". Le condizioni di Nichi Per Vendola comunque il centrosinistra si deve "allargare" e "proporre punti chiari e forti". In questo contesto, "se Casini accetta di fare subito una legge sulla rappresentanza sindacale, se condivide con noi di liberare l'Italia dalla sua ipoteca culturale, di avanzare sul terreno dei diritti civili, dai matrimoni gay, alla fecondazione assistita, al testamento biologico, se decide di difendere l'Europa dai diktat della troika. Ma accetta secondo lei? A me sembra fantapolitica". Sempre sul fronte delle possibili alleanze, secondo Vendola "è innaturale tener fuori l’Idv dal cantiere della sinistra. Molti investono sulla lacerazione del rapporto, io, pur non condividendone lo stile, peraltro esacerbato dai provvedimenti profondamente sbagliati passati in Parlamento, punto sulla ricomposizione". E conclude rilanciando il dialogo col Pd e ricordando che "la scommessa di Sel" è nata "per chiudere con l’epoca delle due sinistre, una riformista l'altra radicale, e per contribuire a una soggettività nuova, plurale, postideologica".