La Corrida (della politica)
Monti scricchiola: inizia la garatra i dilettanti allo sbaraglio
Salvate il soldato Monti, invoca il vicedirettore di Libero, Pietro Senaldi, su LiberoTV: "Congedatelo". La pillola del professore è letale: tasse sulle tasse che finiscono per deprimere le entrate tributarie, politiche recessive che condannano l'Italia a un futuro oscuro. Il lavoro dei tecnici si è fermato: dopo uno "scoppiettante" inizio (ad essere esplose, in verità, sono state soltanto le pensioni degli italiani) il piano di riforme del governo si è fermato. Poca roba sulle liberalizzazioni, quasi nulla sul lavoro, moltissimo fumo e niente arrosto su tutto il resto. La stampa lo boccia - Ora anche gli alleati storici di Monti cominciano a nutrire dubbi. Di poche ore fa gli affondi della stampa che un tempo glui fu amica: il prof è stato bocciato - senza appello - dal Corriere delle Sera di cui fu editorialista e dal Financial Times le cui colonne ospitarono scritte di giubilo quando l'epopea del bocconiano iniziò, lo scorso novembre, dopo la spallata a Berlusconi. Gli scricchiolii politici, invece, si odono da tempo: i maldipancia del Pdl e del Pd, sempre più lontani dal loro elettorato, si fanno più rumorosi. Anche il primo fan dei tecnici, Pier Ferdinando Casini, si sussurra stia facendo i conti con le cifre che lo condannano e con quella morte del Terzo Polo (da lui certificata) che lo costringe a sparigliare le carte, ossia a misurarsi il prima possibile con le urne. Che la Corrida abbia inizio - E' in questo contesto caotico, nello scenario di un'Italia arrabbiata, delusa, stratassata e impoverita, di un'Europa senza futuro, di una politica appassita, che spuntano nuovi competitors, immaginifici protagonisti per un futuro del Paese che più disastrato non si potrebbe. Monti scricchiola, rischia di crollare, i suoi teorici eredi sono in difficoltà: ecco che inizia la Corrida, un esercito di dilettanti allo sbaraglio è pronto a scendere in campo. Gli italiani li giudicheranno con fischietti e trombette. Il più bravo vincerà la sfida dell'applausometro. Il caso Pizzarotti - Questa riedizione della Corrida ha già estratto un vincitore, quel Federico Pizzarotti, l'anti-sindaco di Parma, il grillino che si è imposto nell'Emilia dei tortellini e del culatello. Il risultato? E' sotto gli occhi di tutti: il dilettante allo sbaraglio (già) non sa dove sbattere la testa. Il Pizzarotti ha chiamato professori universitari per dare alla sua giunta - ancora inesistente - un'infarinatura dei fondamentali della politica. Sui giornali cominciano a rincorrersi le voci di una "crisi", di uno "scollamento" tra Pizzarotti e le 5 Stelle, ossia tra il sindaco e il padre-padrone, Beppe Grillo. A Parma sta andando in scena la cronaca di una morte (politica) in culla. Forza Saviano - Il grillismo, però, è soltanto l'esempio più lampante e discusso. Già, perché all'ombra della cosiddetta antipolitica, negli spazi vuoti lasciati dai partiti rimasti schiacciati da Monti e dai loro stessi ingranaggi, sgomitano altri rappresentanti. Per primo Roberto Saviano, il guru della sinistra, il golden-boy di La Repubblica: il quotidiano del rodato tandem Mauro-Scalfari tra il 14 e il 17 giugno (in occasione de La Repubblica delle idee, un raduno tutto salamelle e Bella ciao che si terrà a Bologna) svelerà le sue intenzioni e lancerà il listone civico con cui rottamare il Partito Democratico e la leadership di Bersani (scomunicato anche dalla presunta tessera numero 1 di largo del Nazareno, l'ingegner De Benedetti). L'autore di Gomorra, dall'alto dei suoi nemmeno trent'anni, dei suoi libri, degli articoli (su Repubblica, ovviamente) e di qualche comparsata moralizzatrice in televisione al fianco dello scudiero Fabio Fazio, s'iscrive a pieno diritto alla Corrida, alla kermesse dei dilettanti della cosa pubblica. Tubo catodico - Trova così piena legittimazione anche le candidatura di Gerry Scotti. Un'ipotesi, quasi una boutade avanzata da Libero - per prima fu sulle colonne del nostro quotidiano Maria Giovanna Maglie a suggerire la (nuova) strada politico-mediatica tanto cara al Cavaliere - che è stata presa sul serio: sono arrivate smentite, soffiate, nuove voci, poi la definitiva chiusura del re dei telequiz, che deludendo un esercito di aficionados ha detto che no, lui la politica non la vuole fare. Scotti, che la Corrida l'ha anche condotta, prende coscienza e si sfila dal grottesco giochino degli inesperti che vogliono guidare l'Italia nel momento del massimo bisogno. Per ultimo Chicco Mentana. Una "mitragliettata", una sparata affidata a Facebook: "Farei un partito dei giovani". Giusto, una bella formazione politica piena zeppa di dilettanti (e giovani) per risolvere il vuoto politico. Mentana però aggiunge: "Niente politica, faccio il giornalista". Un dilettante in meno (anche se considerati i trascorsi, Enrico, tra quelli allo sbaraglio sarebbe stato il dilettante meno dilettante di tutti).