Lucetta Scaraffia: "Romano Prodi, gesto prepotente. La sinistra lo difende per opportunismo"

Lucetta Scaraffia: "Gesto irritante, i dem lo difendono perché Romano critica Schlein. Compagne abituate a obbedire all'uomo"
di Pietro Senaldigiovedì 27 marzo 2025
Lucetta Scaraffia: "Romano Prodi, gesto prepotente. La sinistra lo difende per opportunismo"
4' di lettura

Vecchio professore, cosa vai cercando tra quei capelli? Forse quella sola che ti può dare una lezione... Una balla qua, una balla là, gonfio di spocchia.... Quanto manca Fabrizio De André, e quanto si sarebbe divertito nell’assistere ai goffi tentativi del professor Romano Prodi di fingere di non aver fatto nulla di che. Più che divertirlo, lo avrebbe invece disgustato l’esercito degli “Avanti suoi Prodi”, tutti gli avvocati della causa persa che in questi giorni sono corsi in soccorso all’ex premier, spontaneamente, nell’intento di minimizzare, e che hanno sortito l’inevitabile effetto contrario di sottolineare l’ingiustificabilità del gesto. Primo fra tutti, l’ex premier Enrico Letta, che senza nulla sapere né aver visto ha lanciato l’hastag #iostoconprodi e, anziché restare da solo, ha ottenuto più apprezzamenti in rete in quattro giorni che voti alle Politiche del 2022.

Chi non si è divertita affatto, ma si è innervosita alquanto, è sicuramente Lucetta Scaraffia, già professoressa di Storia Contemporanea alla Sapienza di Roma, Legione d’Onore in Francia per la sua attività di storica e giornalista, paladina delle donne e cattolica adulta. Per dare l’idea quanto a determinazione femminile, una che ha deciso di cambiarsi il nome a due anni, nel 1950, e l’ha spuntata. «Quello di Prodi è stato un gesto irritante di retrivo paternalismo» sentenzia tranchant la signora, sorpresa mentre va a prendere il nipote a scuola.

Retrivo paternalismo, professoressa? 
«Retrivo ma ancora attuale e molto fastidioso. Glielo dico perché l’ho sperimentato tante volte su di me nel campo accademico, un ambiente dove regna il paternalismo. Lo subisco perfino adesso che sono una vecchia professoressa...».
Però io non posso credere che Prodi volesse davvero tirare i capelli alla giornalista Lavinia Orefici. Le ha messo una mano sulla spalla e gli si saranno imbrigliate le dita... 
«Non lo so. In ogni caso il gesto mi ha ricordato quei maestri di un tempo che tiravano le orecchie agli studenti asini. Prodi ha mancato di rispetto alla giornalista, l’ha voluta trattare da bambina sciocchina. Ha svelato tutta la sua figura di antico uomo che non conosce il nuovo galateo dei sessi e non sa come si tratta una donna oggi. Un tempo forse si poteva, adesso non più».
Non aveva apprezzato la domanda... 
«Poteva decidere di non rispondere, di rispondere causticamente odi darle una lezione a parole. Invece con quel gesto si è comportato come tutti quegli uomini di un tempo che partivano dal presupposto di saperne più di qualsiasi donna».
Quindi pensa che di fronte a un uomo si sarebbe comportato diversamente? 
«No, con un uomo non si sarebbe mai permesso. E aggiungo che nessun uomo di destra si sarebbe mai comportato così con una giornalista».
Per cavalleria? 
«Più che altro per la certezza che sarebbe stato lapidato da politici e intellettuali della parte avversa. E probabilmente non difeso dai propri».
Perché invece da sinistra si è levato un coro in difesa dell’ex premier? 
«La sinistra non attacca mai i suoi patriarchi, che forse per questo, per troppa sicurezza, talvolta hanno qualche caduta di stile. Sanno di essere considerati comunque sopra le parti e le umane viltà e di godere di una sorta di impunità verbale».
Il professore, dopo averci riflettuto tre o quattro giorni, adesso afferma che era un gesto d’affetto mal interpretato... 
«Non ci credo. Mi pare una toppa peggio del buco».
E poi perché Prodi dovrebbe provare affetto nei confronti della Orefici? 
«Già... Escludo l’affetto, peraltro non richiesto. Forse si illudeva fosse un gesto scherzoso. Invece ne è uscito fuori un atto aggressivo molto antipatico». Professoressa, ma questa levata di scudi per Prodi è davvero solo impunità di rango? 
«Vedo anche dell’opportunismo politico. Prodi è un grimaldello a sinistra. È la più autorevole voce critica contro Elly Schlein. A molti nel Pd serve, lo stanno usando. Non conviene intaccare la sua immagine di affidabilità».
Ma davvero la tirata di capelli non avrà conseguenze negative sulla sua autorevolezza? 
«Un po’ sì, perché sta sfidando una donna, Schlein, e fatalità viene sorpreso a fare pasticci e gesti inopportuni con una donna. Però a sinistra si daranno da fare per mantenere quasi intatta la sua autorevolezza».
Dice? E le donne di sinistra? 
«Quali? Schlein non poteva attaccarlo, sarebbe sembrato un tentativo di approfittarsene. Quanto alle altre, hanno una lunga tradizione di obbedienza nei confronti del maschio. A sinistra non vedo grandi casi di carriere politiche femminili indipendenti dalle scelte maschili. Non sarà mica un caso se Giorgia Meloni è di destra...».
D’accordo le politiche, ma le intellettuali, le giornaliste? 
«Anche loro sono molto obbedienti e avvezze a cantare in coro. Non è facile sfidare i mammasantissima della sinistra».
Professoressa, spacchiamo il capello in quattro... 
«Non è bello che un ex premier si renda protagonista di atteggiamenti così prepotenti con una giornalista. Prodi prima ha fatto una gaffe, poi ha mentito anziché scusarsi e infine ha avuto parole di dileggio ma è stato difeso perché non è la prima volta che per ragioni politiche si passa sopra la realtà. Nulla di strano, mi ha stupito solo Massimo Giannini, il mio ex direttore alla Stampa, uomo intelligente e con il quale, pur non condividendone le opinioni, mi sono trovata bene: non mi aspettavo che lo difendesse».
Prodi e Giannini hanno appena fatto un libro insieme... 
«Vede? Ci sono tante ragioni per passare sopra la dignità delle donne».