Inarrestabile
Vittorio Sgarbi, ecco cosa pubblica dopo la dolorosa intervista: un messaggio strepitoso
Un'intervista toccante, quella concessa da Vittorio Sgarbi a Robinson, il settimanale culturale di Repubblica. Un'intervista in cui il critico d'arte ha parlato delle sue condizioni, della malattia e della depressione che lo ha colpito.
Sgarbi spiega: "Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare. Ho sempre dormito poco. Ora passo molto tempo a letto". E ancora, si interroga sul futuro: che cosa sarà? "È una domanda che non posso evitare sapendo oltretutto che la mia attuale malinconia o depressione è una condizione morale e fisica che non posso evitare. Come abbiamo il corpo così ci sono anche le ombre della mente, dei pensieri, fantasmi che sono con noi e che non posso allontanare. Non ne avevo mai sofferto. Mi sembra un treno che si è fermato a una stazione sconosciuta".
Parole pesanti, tragiche, oneste, sincere. Di quella sincerità che ha sempre caratterizzato in tutto e per tutto Vittorio Sgarbi, nei suoi pregi e nei suoi effetti. Ma Sgarbi non si ferma mai. Nonostante la stanchezza, nonostante la depressione, nonostante il dolore. E infatti, proprio dopo la pubblicazione dell'intervista, eccolo ritornare su Instagram, dove ha pubblicato Cleopatra, olio su tela del 1620 di Artemisia Gentileschi, che sarà protagonista di una mostra che verrà inaugurata il prossimo 19 marzo al Musée Jacquemart-André di Parigi, mostra dal titolo "Artemisia. Héroïne de l’art".
A corredo del dipinto, Sgarbi sale in cattedra, racconta l'arte al suo meglio, come ha sempre fatto. "Artemisia Gentileschi è stata la prima femminista della storia, particolarmente fiera e coraggiosa. La prima a denunciare la violenza sessuale subita da Agostino Tassi", premette. E ancora: "Nella sua Cleopatra Artemisia incrocia una condizione psicologica assolutamente unica, ribaltando il rapporto con l’uomo, diventando dominante. E lei che piega a sé il potere attraverso la bellezza e sembra dire: 'Antonio, Cesare, Pompeo, sono stati le mie amanti… io li ho posseduti, io li ho conquistati. Il mio impero è stato più vasto ed esteso di quello romano. Era un impero dei sensi'", conclude Vittorio Sgarbi la presentazione del dipinto. Inarrestabile, come sempre.