Odio verso il tricolore
Alpini insultati dai pacifisti: "Massacratori e portatori di abusi"
È l’odio verso il tricolore. Il disprezzo dei valori e delle regole. La furia anti-identitaria contro il senso di appartenenza alla Patria. Gli alpini come bersaglio della sedicente “Assemblea permanente contro le guerre”, che al grido di “nessuna pace per chi insegna la guerra” sta sbraitando contro «l’indottrinamento militare dei bambini» dopo la presentazione dei campi scuola promossi dall’Ana (l’Associazione nazionale alpini) per bambini e ragazzini dai nove ai tredici anni. Escursioni in montagna, nottate in tenda, giochi e attività all’aperto seguendo la stella polare del gruppo e della coesione. Ed è proprio questa la colpa degli alpini: voler trasmettere l’importanza della disciplina e l’amore per la comunità ai più piccoli. Il “noi” prima dell’“io” è indigesto agli anti-militaristi. «Gli alpini non sono educatori, ma un corpo dell’esercito, addestrato secondo i principi militari, gli stessi che nel loro campo estivo vogliono trasmettere ai bambini. E che altro potrebbero insegnare dei militari che sia nel passato sia nel presente hanno contribuito ad imporre il dominio dello Stato con ogni mezzo necessario, compreso lo sterminio delle popolazioni civili...», attacca l’Assemblea pacifista.
Poteva mancare il fascismo? Certo che no. C’è anche un’aggiunta di stalinismo. «Non dimentichiamo che il corpo degli Alpini ha fatto anche parte dell’esercito nazifascista e per quest’ultimo ha combattuto anche nella campagna di invasione della Russia: ripulirsi la faccia con il volontariato non cancella il sangue versato in oltre 150 anni di storia, né fa dimenticare il loro impiego nelle guerre degli ultimi anni (Afghanistan, Libano, Iraq) e nella militarizzazione delle città italiane».
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E ancora: i militari sono descritti senza mezzi termini come «massacratori e portatori di abusi e sofferenze in ogni conflitto». È un delirio che non conosce limiti. Tanto che a Vercurago (Lecco), una manciata di militanti ha interrotto la serata di presentazione dei campi scuola distribuendo volantini ed esponendo uno striscione che recitava “Campi alpini uguale Naia per bambini”. «Se grazie alle contestazioni anche un solo bambino farà i capricci per non andarci, avremo tolto loro una nuova vittima da indottrinare», arringano gli anti-militaristi. Se queste son soddisfazioni...