A "La7"

Vittorio Sgarbi, due mesi fa questa intervista da Parenzo: il dettaglio che commuove

"La mia attuale malinconia o depressione è una condizione morale e fisica che non posso evitare". Lo ha ammesso Vittorio Sgarbi, in una intensa, commovente intervista a Robinson su Repubblica. A 72 anni, il critico d'arte e politico sta affrontando una fase particolarmente difficile della sua (turbolenta vita), dopo aver ridotto al minimo le sue partecipazioni televisive. Già questo, in fondo, era un indizio del fatto che qualcosa non girasse per il verso giusto. 

Due mesi fa, era stato David Parenzo a capirlo forse per primo, avendolo ospite a L'aria che tira, su La7. In quell'occasione, Sgarbi era stato "stranamente" pacato e misurato, evitando qualsiasi slancio polemico. Come se gli mancasse il suo solito guizzo, la verve da "disturbatore" che lo ha sempre caratterizzato. 

 

 

 

"Al Corriere della Sera hai detto che sei entrato in una nuova fase, e anche la frase 'capra' appartiene ormai a una fase più gioiosa. Non solo mi ha emozionato, mi ha preoccupato questa intervista". "Non c'è niente da preoccuparsi - lo rassicurava Sgarbi, non troppo convinto -, ho semplicemente detto che non ho uno spirito di contrapposizione e antagonismo che mi induca a dire a qualcuno capra perché ognuno coltiva la capra di se stesso. Era una esclamazione vittoriosa e...". Parenzo gli fa notare che i telespettatori lo hanno visto "stanco e affaticato".

"Mi è più faticoso dormire, provo a leggere ed è più lento il momento in cui prendo sonno", spiega Vittorio. "Quindi stai modificando anche i tuoi ritmi, io mi ricordo quando alle 4 di notte andavamo ad aprire i musei". "Sì...", chiosa Sgarbi, fregandosi le mani e con lo sguardo un po' perso. Avvisaglie, con l'amico David che prova a scuoterlo: "Combatti, ti rivoglio qui".

Sgarbi da Parenzo, guarda qui il video di L'aria che tira su La7