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Dai sedicenti ebrei un appello assurdo contro Israele

 Gad Lerner

Davide Romano
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Questo appello firmato da Gad Lerner e altri sedicenti ebrei (non tutti i firmatari sono veramente ebrei, ma si sa, viviamo tempi strani. E dopo le fake news ora abbiamo anche i fake jews) mi ha rattristato per l’assoluta sgangheratezza dell’iniziativa.

Iniziamo dicendo che gli slogan utilizzati sono gli stessi che si sentono urlare da jihadisti e comunisti quando occupano le università e aggrediscono gli ebrei: parole malate come “No alla pulizia etnica” o “la violenza del governo e dei coloni israeliani in Cisgiordania”. Premesso che sono almeno 20 anni che costoro denunciano una pulizia etnica inesistente, benché la popolazione palestinese (in Israele e fuori) continui a crescere.

Ma si sa, le ideologie non hanno molto interesse per i fatti. Riguardo alle “violenze del governo”, rimanderei alla foto di armi e bombe che quotidianamente l’esercito israeliano pubblica dopo le azioni in Cisgiordania. Ma vediamo punto per punto perché questo appello è letteralmente spietato (senza pietà):

 

 

 

1) Esce nel momento peggiore: quello del giorno del funerale di Ariel, Kfir (i fratellini di 4 anni e di 9 mesi uccisi per strangolamento a sangue freddo) e della madre Shiri, evento che ha fatto inorridire il mondo intero. Ma non i firmatari dell’appello, evidentemente.

2) Hamas e i vari gruppi islamisti guardano anche alle reazioni occidentali per modulare le loro nefandezze: il fatto che l’appello riprenda i loro slogan, sarà per i jihadisti un incoraggiamento ad andare avanti.

3) Nel loro appello non c’è una sola parola di umana pietà verso gli ebrei (donne, uomini e bambini) massacrati il 7 ottobre da Hamas. Non un cenno alle migliaia di missili lanciati da Hamas, Iran, Hezbollah e Houti sulla testa degli israeliani. Hanno perfino dimenticato i tanti pacifisti israeliani massacrati, che sono certo alcuni di loro pure conoscevano direttamente.

4) Manca anche una denuncia delle cause del conflitto: non una parola infatti sulla jihad, sui libri di testo delle scuole palestinesi e sui loro bambini usati dai terroristi come scudi umani.

5) Neppure un richiamo alle associazioni italiane che si occupano di donne e di infanzia a pronunciare una parola sugli stupri di massa perpetrati da Hamas e sugli omicidi di 53 bambini il 7 ottobre. Ma si sa, per costoro il patriarcato è censurabile solo se ci sono di mezzo i bianchi. Tutto questo rende l’appello completamente privo di empatia. Lo dico da persona che ha sempre ricordato e empatizzato per tutte le sofferenze degli innocenti, siano essi ebrei che palestinesi.

Non credo sia un caso che tale appello stia correndo velocemente tra imam fanatici e estremisti di sinistra. Mai come in questo caso mi sovvengono le parole di Marco Pannella che ripeteva spesso – citando il filosofo Pascal –che «Chi vuole fare l’angelo è bestia».

di Davide Romano 
Direttore del Museo della Brigata ebraica.

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