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Otto e mezzo, volano stracci tra Bocchino e Giannini: "Vediamo se ci riesce per 30 secondi"
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Perché Giorgia Meloni non ha ancora fatto nessun commento sulle ultime dichiarazioni di Donald Trump contro Volodymyr Zelensky? Lilli Gruber lo ha chiesto al suo ospite Italo Bocchino a Otto e mezzo su La7. Il direttore editoriale del Secolo d'Italia stava iniziando a rispondere, quando è stato interrotto dal collega di Repubblica Massimo Giannini. "Vediamo se è capace di non interrompere per 30 secondi", ha sbottato quindi Bocchino. E l'ex direttore de La Stampa: "Dipende da te". "Perché tu ti senti superiore", ha contrbattuto ancora Bocchino. Che alla fine è riuscito a dare la sua risposta.
"Escludo categoricamente che Meloni e il governo italiano possano abbandonare l'Ucraina - ha spiegato il direttore editoriale del Secolo d'Italia -. La strategia principale di Trump è evitare che la Russia finisca nell'orbita di influenza della Cina. Quando c'è un aggressore e un aggredito bisogna sempre stare dalla parte dell'aggredito, e io sono convinto che Meloni, Europa e Italia rimarranno dalla parte dell'Ucraina. Meloni, a differenza di altri che per ragioni politiche vogliono generare un contrasto tra Europa e Trump, non ha questa esigenza politica, vuole una pace giusta, pulita".
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Secondo Giannini, invece, "prende forma il nuovo ordine mondiale Trump-Putiniano. I due conflitti in corso, quello israelo-palestinese e quello russo-ucraino, servono al nuovo presidente americano a riscrivere su basi nuove quella che abbiamo definito la nuova Yalta del pianeta globale. Coincidono in maniera inquietante una certa idea della democrazia, quella di Trump, e poi un autocrate come Putin, che è quasi un dittatore. E attraverso questo connubio a farne le spese sono il diritto internazionale e l'idea di Occidente che abbiamo sempre avuto basata su diritti, libertà, uguaglianza e solidarietà, In tutto questo la vittima sacrificale diventa l'Ucraina, che da Paese aggredito diventa il Paese aggressore e sconfitto e quindi deve pagare, Zelensky viene trattato come una specie di zimbello sia da Trump che da Putin. L'ordine che abbiamo conosciuto va in frantumi".
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