Memento mori

Mario Tozzi deraglia su Trump: "Per le cannucce di plastica resteremo senza pianeta"

Andrea Carrabino

Siamo alle solite. Donald Trump è tornato alla Casa Bianca e tra le vedove di Joe Biden e Kamala Harris è partita la gara a chi lo etichetta come il male assoluto in questo o in quell'altro campo. Ma, dopo un articolo apparso sulla Stampa di oggi - mercoledì 12 febbraio -, Mario Tozzi si è portato clamorosamente in vantaggio su tutti gli altri concorrenti. Per il geologo The Donald, con la firma del decreto esecutivo che segna il ripristino delle cannucce di plastica al posto di quelle di carta riciclabile, ha buttato nel cestino "anni di duro lavoro per far capire come il progresso di una civiltà non si misuri in quanto getta via, ma in quanto è capace di ri-usare, ri-ciclare e ri-parare. E dimenticando che esistono già in commercio cannucce in vari materiali perfettamente riciclabili e lavabili che fanno risparmiare e non inquinano".

Per Tozzi Donald Trump si sarebbe reso colpevole di una sorta di "inganno tecnologico". "quella tecnologia apparentemente ti semplifica la vita, ti tira perfino via dalla povertà e senza conseguenze personali, nell'immediato, da pagare. Peccato che poi il prezzo lo paghi l'intero pianeta e, in ultima analisi, l'umanità stessa, convinta, però, di aver progredito". Tradotto: il tycoon ha condannato il pianeta a una fine inesorabile. O - prospettiva un tantino più digeribile - la nostra civiltà è destinata a tornare all'età della pietra. Per intenderci: quella dei cavernicoli.

 

"In pratica torneremo all'età della pietra - ha spiegato Tozzi -, non ci sarebbero pc né smartphone, né mobili da giardino o canne da pesca, per non dire delle stoviglie, gli accessori dell'arredamento e delle autovetture, le sedie, i tavolini, i dvd, le penne, le bottiglie. Dunque basta utilizzarla in maniera appropriata e, se il suo accumulo diventa un problema, raccoglierla in modo differenziato perché venga riciclata, così la terremo sotto controllo. Le cose non sono evidentemente andate così, nonostante ci ripetano che il problema sono le persone, non la tecnologia (semmai il suo uso sbagliato)". Insomma, Mario Tozzi - seguendo l'esempio magnifico di Massimo Troisi - ci vuole dire: "Memento mori". Ma noi rispondiamo alla maniera di Mario in Non ci resta che piangere: "Sì, sì, no, mo' me lo segno proprio...".