Nel mirino

Bruno Vespa, lo sfregio di Giannini a DiMartedì: "Cos'è diventato oggi"

Alla fine Bruno Vespa finisce nel mirino pure di Massimo Giannini. Dopo le scintille con Giuseppe Conte a 5 Minuti sul caso Almasri, il nuovo affondo va in scena nello studio di DiMartedì, su La7.

Ospite di Giovanni Floris, l'editorialista di Repubblica riflette sul governo e il caso del funzionario libico scarcerato ed espulso attaccando brutalmente Giorgia Meloni: "Mai in una video-comunicazione spontanea di un capo di governo si erano sentite così tante bugie concentrate in pochi minuti. Ora si dice: vedrete che prima o poi il governo metterà il segreto di Stato su questa vicenda, perché come ha detto un giornalista che è diventato ormai ministro aggiunto di questo governo, Bruno Vespa, 'tutti i governi fanno porcherie in nome del segreto di Stato', no?". 

 

 

 

"Lui ha difeso questa tesi in maniera molto forte, ora lo vedremo", aggiunge Floris. Le parole feroci e sarcastiche di Giannini, come detto, arrivano pochi minuti dopo le schermaglie a 5 Minuti

"Presidente - chiede Vespa a Conte, ex premier oggi leader dei 5 Stelle -, è dura da dire ma Almasri, oltre a essere un torturatore, è anche un pezzo dello Stato libico. Cioè lei sa che quando lei è andato in Libia o quando ci va la Meloni o quando ci vanno tutti la sicurezza nell'aeroporto in cui è atterrate è garantita da Rada?".

 

 

 

Replica imbarazzata di Conte: "Guardi, questo argomento lei l'ha già usato e non vale nulla. Se io avessi avuto da presidente del Consiglio un mandato di arresto dalla Corte penale internazionale l'avrei assicurato alla giustizia internazionale, questo non lo deve dire, non si deve permettere di dirlo perché non è un argomento".