Giù il cappello
Antonio Di Pietro, la rivelazione: "Silvio Berlusconi? Il miglior debitore che potessi avere"
Antonio Di Pietro si racconta in una lunga intervista al Fatto Quotidiano. L'ex pm di Mani Pulite con un lungo percorso alle spalle nel mondo della politica dopo aver lasciato la toga, adesso a bocce ferme afferma che forse proprio quella discesa in campo è stata un errore: "Dovevo fermarmi, scegliere di fare davvero il Cincinnato. I miei primi 43 anni sarebbero bastati a colorare l’esistenza. Avevo iniziato con la valigia di cartone, emigrante in Germania, e avevo coronato il mio sogno più grande. Che altro potevo chiedere?".
E ancora: "Ho sovrapposto una vita a un’altra e poi a un’altra ancora. Prima magistrato, poi politico, infine avvocato. Ho finito per scolorire quello che sono stato, una giacca a troppe tinte". Poi aggiunge di essere stato anche il magistrato più "odiato e più inquisito".
Ma ha anche avviato numerosi procedimenti a colpi di querele. E sui risarcimenti afferma: "Vado a spanne: siamo sui cinque milioni di euro liquidati dal giudice in mio favore. In tasca però poco più di 500 mila euro. Grandi fregature ho preso, sapesse quanti sono venuti a piangere da me per chiedere di non essere ridotti in povertà". Poi svela un retroscena: "Troppi se la sono date a gambe o sono venuti a chiedere comprensione e una prova di generosità (vedi Elio Veltri e Giulietto Chiesa, miei ex amici che prima mi hanno tradito e poi...). Ma quel che non si sa è che ogni volta che il giudice pubblica la sentenza arriva a casa delle parti costituite in giudizio, dall’agenzia dell’entrate, una notula di pagamento per la corresponsione del contributo alle spese di giustizia. Chi ha vinto è solidalmente debitore dello Stato insieme a chi è stato condannato. A me le sentenze sono così costate 120 mila euro". Infine parla del Cavaliere con cui ebbe qualche contenzioso: "Silvio Berlusconi è stato il migliore tra i debitori che potessi avere: ha pagato con puntualità anche cifre consistenti".
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