Sberleffo
Roberto Gualtieri comico sui social: fa ridere pesino più di quando fa il sindaco
Come fa a non starti simpatico, Roberto Gualtieri; soprattutto da quando ha smesso di fare il politico per dedicarsi al suo vero talento, l’intrattenitore comico. I primi a riconoscergli la dote innata sono quelli del suo staff, che postano incessantemente su internet siparietti nei quali il sindaco di Roma - ma la carica dev’essere una copertura – gira per la città inaugurando tombini e piste ciclabili.
Lui racconta tutto con toni fieri ed estatici, come fosse davanti all’ottava meraviglia del mondo. Parte compìto, con la fascia tricolore che lo agghinda a guisa di console romano, per finire immancabilmente in vacca, tanto che ti aspetti che spunti Carlo Verdone, quello serio dei due, a dirgli: «A Gualtie’, daje, facce Tarzan...». Questo gli chiedono suoi concittadini da quando ai cinghiali e alle altre fiere si è affiancata, nella giungla romana, la tartaruga azzannatrice, capace con un morso di amputarti una mano.
L’ultimo show del sindaco cabarettista è stato alla stazione della metropolitana di Ottaviano. Un video del Campidoglio lo riprende mentre gira ammirato e felice, illustrando il pavimento rifatto in resina, la nuova illuminazione, i bagni tecnologici; pareva un agente immobiliare lì-lì per proporre l’affare del secolo. Quand’ecco che spunta una turista straniera, e Gualtieri-Maccheroni - in stile Alberto Sordi nei panni di Nando Mariconi, l’indimenticabile “Americano a Roma” - si prodiga: «Informations». «No, thank you», risponde la sventurata per salvarsi. «Prec...» replica il poliglotta con accento all’amatriciana. Inglese non è, italiano manco, romanesco boh, come latino non suona: di quale linguaggio si tratta, allora? E sì che i contribuenti gli hanno pagato dieci anni di viaggi-studio a Bruxelles, come europarlamentare, per rinforzarsi nelle lingue straniere in vista del suo impegno nella Capitale, dove ogni anno arrivano dall’estero oltre 37 milioni di turisti ai quali il sindaco può fornire informations.
Ci si chiede perché chi gli cura l’immagine sul web non abbia tagliato il penoso siparietto, che beninteso può capitare a chiunque, pure a chi è dotato dell’inglese più fluente, sorpreso dall’emozione di poter aiutare una vecchietta anglosassone. Risposta d’obbligo: perché quella era la sola parte del filmato nella quale il sindaco era credibile. Con 4 cantieri chiusi su 204 a un mese dall’inizio del Giubileo, Roberto da Monteverde, nei panni del tecnico che passa in rassegna le opere fatte alla perfezione, fa più ridere di Crozza quando lo imita. Il fatto è che Gualtieri, ed è capitato anche a gente più famosa ed efficiente di lui, è vittima della sindrome del comico genovese che, quando ti imita, può finire per imprigionarti e costringerti a scimmiottarlo, non si capisce se nel tentativo di superare te stesso o lui.
Ebbro di successo sui social, il sindaco sta già ponendo le basi per la nuova professione di influencer, basta solo che gli si consenta di aggirarsi vaneggiando per la Capitale, con gli elmetti da operaio nei cantieri, le biciclettine da pedalatore sulle piste ciclabili, la fascia tricolore anche se non è carnevale.
Guai se qualcuno gli chiede di levarsi dalla faccia quel sorrisetto che solo agli odiatori della rete può sembrare un po’ da ebete. Ciò che salva Gualtieri infatti, rispetto alla sua predecessora, l’arcigna Virginia Raggi, altrettanto inconcludente ma con il broncio dell’incompreso che si crede chissà chi, è l’idea che trasmette di non prendersi troppo sul serio. Se lo vedi aggirarsi gaudente tra lavori che non servono a nulla, come gli 800 metri di pista ciclabile tra la stazione e l’Università La Sapienza, che ci hanno impiegato un anno e mezzo per essere realizzati, ti viene il sospetto che si stia facendo beffe dite, ma cosa vuoi dire a uno che ha l’aria tanto paciosa?
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Prima di tornare in Italia - sono solo quattro anni fa ma ai romani sembrano cento - Gualtieri aveva l’aurea di uno bravo. I miracoli di Bruxelles, la distanza che crea rispetto. Poi è stato disastroso ministro dell’Economia del governo giallorosso, quello che ha dato la mazzata alle casse pubbliche, e premiato quindi con il Campidoglio. Al sua arrivo, però, le oche non si sono messe a starnazzare per avvisare la cittadinanza del pericolo incombente, come invece ai tempi dell’assedio da parte dei Galli, nel 390 avanti Cristo. Che l’abbiano preso per uno di casa?
Ormai fenomeno di fama internazionale, principale attrazione capitolina secondo solo al Colosseo, il sindaco ha incuriosito anche Kimbal, il fratello di Elon Musk, che giunto in città ha voluto incontrarlo. I due avrebbero parlato di uno spettacolo musicale da realizzare con i droni. I romani invece pare gli abbiano prenotato un viaggio su Marte. Senza ritorno.