Odio rosso

Luca Ricolfi contro la sinistra: "Ridefiniscono il concetto di fascismo per aizzare i violenti"

"Nell'ultimo anno un salto di qualità". Luca Ricolfi prende atto del fatto che il 2024 ha visto un crescente aumento delle violenze ai danni delle Forze di polizia. Per il sociologo, infatti, "l'elemento scatenante è stata la reazione di Israele al 7 ottobre, che ha consentito di iper-politicizzare la generica protesta contro il governo Meloni". E tutto questo sotto gli occhi della sinistra, una parte della quale tace. Si tratta - riferisce alle colonne del Giornale - "di una sacca vecchia di cinquant’anni. I partiti della sinistra hanno sempre avuto un occhio di riguardo per i mondi dell’antagonismo anti-capitalista, e specificamente per l’antifascismo dei centri sociali. Poi, però, ci sono anche rari eventi scatenanti, che le forze dell’ordine dovrebbero evitare accuratamente. Nel caso di Ramy, obbligare un passante a cancellare il video dell’inseguimento (se davvero è accaduto) è stato un grave errore".

Insomma, per Ricolfi ci sono due distinti problemi. Il primo è che "una parte (per fortuna minoritaria) del mondo di sinistra non ha ancora accettato il pluralismo e la democrazia, e quindi considera un sopruso inaccettabile il fatto che al governo ci sia la destra, o che in eventi pubblici prendano la parola ebrei o persone di destra". Secondo, "una parte dell’intellighenzia di sinistra da anni conduce un’operazione di ridefinizione estensiva dei concetti di fascismo, nazismo, nazi-fascismo, con il risultato di aizzare al tiro al bersaglio verso chi ricade in tale ridefinizione".

 

 



E tra questi spicca "Umberto Eco con il concetto di 'fascismo eterno' (conferenza americana del 1995), Michela Murgia con il libro Istruzioni per diventare fascisti (2018), Antonio Scurati con il pamphlet Fascismo e populismo: Mussolini oggi (2023), e da ultimo Luciano Canfora con Il libro Il fascismo non è mai morto (2024), di gran lunga il più solido fra i quattro".