Parla l'attore

Corvetto, gli estremi rimedi di Massimo Boldi: "Una volta si tirava fuori la cinghia"

“Una volta i nostri nonni tiravano fuori la cinghia”. Massimo Boldi è entrato a gamba tesa sulla vicenda che nei giorni scorsi ha scosso Milano. Un giovane rapinatore, il 19enne Ramy Elgaml, è morto dopo in un incidente stradale in scooter. Si trovava alle spalle del guidatore, che aveva tentato di fuggire a un posto di blocco della polizia. Il decesso ha scatenato la rivolta nel quartiere Corvetto, che per tre giorni si è trasformato in una sorta di banlieue nostrana: incendi, vandalismi e tensioni. 

Sentito dall'Adnkronos, Massimo Boldi non ha avuto la minima esitazione a commentare questa vicenda. "Mi sono fatto l’idea che tutti vogliono apparire. E quindi, pur di apparire, sono anche in grado di commettere magari un delitto - ha spiegato l'attore -. Più andiamo avanti con gli anni più i genitori sono sempre più permissimi: più che dire mi raccomando, non sono capaci. Una volta i nostri nonni tiravano fuori la cinghia. Il disagio - ha proseguito - c’è anche se vai nei quartieri altolocati. Secondo le zone, secondo i quartieri malfamati o meno uno prende l’atteggiamento da dove abita e da dove è abituato a stare”.

 

 

In giornata era arrivato anche il commento del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. "Al quartiere Corvetto, nel corso di quest’anno, sono stati svolti più di 40 servizi ad alto impatto e 162 arresti", ha spiegato il Viminale.